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CANTONEIniziativa «a favore del servizio pubblico». SAB: «È una minaccia.»

02.05.16 - 12:07
Condizioni di lavoro e posti a rischio per circa 4000 persone.
Iniziativa «a favore del servizio pubblico». SAB: «È una minaccia.»
Condizioni di lavoro e posti a rischio per circa 4000 persone.

BERNA - «All’opposto di quanto promette nel titolo, l’iniziativa popolare "A favore del servizio pubblico" minaccia il servizio pubblico e la qualità dell’offerta», si legge in un comunicato diffuso questa mattina dal Gruppo svizzero per le regioni di montagna (SAB).

La situazione al microscopio - «Secondo i sondaggi, se si votasse oggi, il 58% degli aventi diritto di voto accetterebbe l’iniziativa popolare che pretende di essere "A favore del servizio pubblico". Tuttavia, con questa iniziativa» si legge, «il servizio pubblico non viene in alcun modo rafforzato. Al contrario le proposte dell’iniziativa indeboliscono pesantemente il nostro sistema dei servizi pubblici di base. La Posta, le FFS e le Swisscom non potrebbero più conseguire degli utili e non potrebbero più sviluppare le loro offerte.»

I Cantoni ricchi di valli e montagne come il Ticino sarebbero i primi a farne le spese secondo SAB: «L’iniziativa chiede che le prestazioni del servizio di base siano distinte dagli altri settori aziendali e non possano essere finanziati con gli utili conseguiti in altri ambiti. Concretamente, ciò significa che La Posta non potrebbe più finanziare le perdite generate dalla rete degli uffici e delle agenzie postali con i guadagni realizzati in altri settori, ad esempio, con Postfinance.»

I costi per un servizio il più vicino possibile agli utenti dovrebbero essere finanziati con le imposte o dai clienti de La Posta. La soluzione alternativa sarebbe una ulteriore e massiccia riduzione del numero degli uffici postali che, alla fine, saranno concentrati solo nei grandi centri urbani come Bellinzona, Locarno e Lugano.

«Un testo da non inserire nella Costituzione» - Per Marco Romano, Consigliere nazionale, l’iniziativa popolare non contiene alcuna proposta costruttiva che porti ad un miglioramento dei servizi di base. Inoltre, i suoi promotori si contraddicono continuamente. Il testo dell’iniziativa stabilisce tuttavia in maniera inequivocabile che le aziende con un mandato per servizi di base non possono perseguire profitti. «Se queste imprese non dovessero più poter realizzare degli utili, sarebbe pressoché impossibile difendere le attuali buone condizioni di lavoro» ha inoltre affermato Nadia Ghisolfi.

«Questo dimostra come, nelle loro argomentazioni, i promotori inciampino in continue contraddizioni» afferma Romano, aggiungendo che alle condizioni attuali «un’eventuale accettazione dell’iniziativa in votazione popolare darebbe avvio a lunghe discussioni sull’interpretazione del suo testo.»

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