Il consigliere federale è giunto oggi in Ticino per osservare il lavoro quotidiano delle Guardie di confine: «La visita era prevista da tempo»
CHIASSO - Nell'attesa della tanto temuta ondata migratoria proveniente da Sud, il Consigliere federale Ueli Maurer è giunto oggi in Ticino per osservare il lavoro quotidiano delle Guardie di confine, accompagnato dal responsabile del corpo, il brigadiere Jürg Noth.
Il programma ha previsto la visita del valico di confine stradale e ferroviario di Chiasso, dove il ministro delle finanze si è fatta un'idea del lavoro svolto dai doganieri.
Dopo una corsa a bordo del battello pattugliatore, indica una nota odierna del Dipartimento federale delle finanze (DFF), il Consigliere federale UDC parteciperà a un impiego mobile notturno del guardie di confine.
In merito all'atteso afflusso di migranti, Maurer ha detto che la visita era prevista da tempo. Tuttavia, questo viaggio a Sud è utile «per fare il punto della situazione al confine, anche in relazione con la pianificazione previsionale in vista di eventuali ondate migratorie eccezionali».
In seguito alla scelta di rotte migratorie alternative da parte dei profughi, non è escluso che nei prossimi tempi la Svizzera sia confrontata con un elevato numero di persone in cerca di protezione. La chiusura delle frontiere per Maurer resta un'ipotesi, anche se remota.
Confederazione, Cantoni, Città e Comuni hanno messo a punto un piano di emergenza congiunto nell'ambito dell'asilo che conferisce alle autorità gli elementi per reagire nel caso di un afflusso di migliaia di richiedenti nel giro di pochi giorni. L'esercito potrebbe essere chiamato a dar man forte: duemila militari saranno a disposizione delle guardie di confine se necessario.
Se dovessero essere chiamati in servizio più di 2000 soldati o se l'intervento dovesse durare più di tre settimane, l'Assemblea federale dovrà dare la sua approvazione nella sessione successiva alla decisione dell'impiego.
I Cantoni, che temono di essere travolti da un'ondata di disperati, hanno inoltre chiesto al Consiglio federale di esaminare tutte le soluzioni immaginabili per controllare o limitare un eventuale afflusso di migranti fissandone un tetto massimo. I Cantoni vogliono soprattutto sapere come la Svizzera dovrebbe reagire se, per esempio, Stati vicini dovessero chiudere i confini o adottare quote per i profughi.