Il Consiglio federale ha preso posizione su tre analoghe mozioni depositate tra fine febbraio e inizio marzo in Parlamento
AIROLO - L'idea di un pedaggio alla galleria autostradale del San Gottardo è buona, ma politicamente irrealizzabile. Questa in sintesi la posizione del Consiglio federale riguardo a tre mozioni analoghe depositate tra fine febbraio e inizio marzo in Consiglio nazionale a titolo personale da esponenti di Verdi liberali (PVL), PPD e PLR e firmate da decine di altri deputati di tutti i partiti, dalla sinistra all'UDC.
Il primo a depositare la propria mozione è stato Jauslin Matthias Samuel (PLR/AG) il 29 febbraio, ossia all'indomani del netto sì (62,3%) dei cittadini svizzeri al raddoppio della galleria autostradale del San Gottardo. Il 2 e il 3 marzo sono poi seguiti gli atti parlamentari di Leo Müller (PPD/LU) e Jürg Grossen (PVL/BE). Il testo di quest'ultimo è quello che ha avuto maggior "successo", essendo stato sottoscritto da altri 33 consiglieri nazionali. La mozione di Jauslin è invece stata sostenuta da sette deputati e quella di Müller da 15.
I tre testi non si limitano al San Gottardo, che però viene sempre evocato esplicitamente, ma fanno riferimento a tutti i valichi alpini della rete delle strade nazionali. Per i tre deputati, che tra l'altro giustificano la loro richiesta con i pedaggi praticati in trafori italiani, austriaci, francesi e persino infrastrutture danesi, gli alti costi di realizzazione e gestione dei tunnel alpini in generale e del San Gottardo in particolare vanno almeno in parte coperti con questa modalità.
I pedaggi avrebbero il pregio di rendere meno "allettante" il transito e permetterebbero anche di finanziare misure per migliorare la fluidità del traffico e la sicurezza. Per i pendolari e le economie locali, i tre consiglieri nazionali prevedono sistemi di sconto, sul modello di quanto già avviene all'estero.
Nelle prese di posizione sui tre atti parlamentari, pubblicate oggi, il Consiglio federale sostiene che "vi siano validi motivi a supporto dell'introduzione di un pedaggio al San Gottardo ed eventualmente agli altri valichi alpini".
Facendo riferimento a rapporti in materia da lui già pubblicati nel 2012 e nel 2014, illustra quali cantieri legislativi andrebbero intrapresi, in primis una modifica costituzionale.
Fa poi notare che per i mezzi pesanti, il pedaggio rimarrebbe modesto, pari al massimo a 39 franchi. L'accordo bilaterale tra Berna e Bruxelles sui trasporti terrestri, pur ammettendo tali finanziamenti, ne limita infatti l'importo.
Ma quando raccomanda la bocciatura dei tre testi davanti al plenum, il governo fa soprattutto riferimento al passato recente. Nel 2013 il Consiglio federale aveva infatti inserito nella consultazione sul risanamento del traforo del San Gottardo anche l'ipotesi di introdurre un pedaggio per le gallerie in Svizzera. L'idea è stata tuttavia respinta da una grande maggioranza di partiti e organizzazioni, ricorda l'esecutivo che aveva quindi rinunciato alla proposta elaborando il messaggio.
In sostanza, in assenza di un consenso politico minimo, i pedaggi sono improponibili: quindi "il Consiglio federale rinuncia per il momento ad accogliere" le mozioni.