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CANTONEGiornata nera per il PS ticinese

28.02.16 - 19:11
In questa votazione del 28 febbraio i ticinesi hanno votato differentemente da quanto indicava il PS
Foto Tipress
Giornata nera per il PS ticinese
In questa votazione del 28 febbraio i ticinesi hanno votato differentemente da quanto indicava il PS

BELLINZONA - Per il Partito Socialista ticinese quella di oggi è una giornata da dimenticare. Il nostro Cantone, infatti, si riconferma terra in cui le posizioni socialiste trovano sempre vita difficile, soprattutto negli ultimi anni. In Ticino hanno vinto il «Sì» al raddoppio della galleria del San Gottardo, il «Sì» all'iniziativa di attuazione dell'Udc, il «Sì» all'iniziativa PPD sul matrimonio e la famiglia, il «Sì all'estensione degli orari di lavoro» e «No» all'iniziativa della Gioventù socialista contro la speculazione sulle derrate alimentari.

Ecco il comunicato integrale del Partito Socialista ticinese 

Dopo una campagna dura, con una grande sproporzione di mezzi economici, provenienti in gran parte anche dalle lobby dell’asfalto, il popolo ha voluto il raddoppio del tunnel del Gottardo. Questo avrà purtroppo gravi conseguenze per la Svizzera italiana: più traffico, più camion, più inquinamento dell'aria e minor qualità di vita. Ma un fatto dev’essere chiaro: poiché è stato assicurato che non si aprirà più di una corsia per ogni tunnel, noi veglieremo affinché ciò accada davvero. Il No del Mendrisiotto esprime una preoccupazione per la situazione del traffico nel sud del Ticino, di cui bisognerà tener conto da subito.

In dicembre entrerà in funzione il tunnel ferroviario più lungo del mondo, che avvicinerà il Ticino al resto della Svizzera come non mai e permetterà di trasportare più merci su ferrovia. Il Consiglio federale ha il compito, dal 1994, di trasferire il transito di merci da confine a confine sulla ferrovia. Auspichiamo che tutte le forze politiche, raddoppisti compresi, si impegnino ora per proseguire la politica di trasferimento del trasporto delle merci su rotaia.

Pericolosa e ingiusta: così era l’iniziativa democentrista “per l’attuazione dell’espulsione degli stranieri che commettono reati”. E così l’hanno giudicata le cittadine e i cittadini svizzeri, che l’hanno respinta. Ne siamo molto soddisfatti: se fosse passata, sarebbe stata un colpo intollerabile alle tradizioni democratiche del nostro Paese. L’esito di questo voto dovrebbe insegnare all’UDC che, se la tiri troppo, la corda presto o tardi si spezza. Il nostro ringraziamento va a tutte quelle persone della società civile che si sono impegnate per ottenere questo importante risultato e che hanno permesso alla Svizzera progressista di vincere su chi vuole trasformare il nostro Paese in uno Stato totalitario.
Purtroppo però ancora una volta il Ticino si differenzia dal resto della Svizzera. Siamo molto preoccupati per questo risultato. Da parte nostra, continueremo a impegnarci per difendere la democrazia, lo Stato di diritto e il rispetto delle minoranze.

Sul matrimonio e la famiglia non abbiamo fatto il temuto passo indietro: l’iniziativa del PPD è stata respinta. Le casse dello Stato non subiranno un danno miliardario e, soprattutto, non verranno discriminate le coppie dello stesso sesso con una definizione ormai superata di famiglia. A questo punto ci attendiamo che si introduca rapidamente l’imposizione individuale.

Mezz’ora di shopping in più: come se fosse la panacea dei problemi del commercio ticinese. Ma, se così dev’essere, così sia. Ora ne soffriranno i piccoli commerci, già strangolati dalla concorrenza della grande distribuzione, e le persone che ci lavorano, già sottoposte a ricatti, precariato, stipendi al ribasso. Ci attendiamo ora che il Consiglio di Stato rispetti la decisione del Gran Consiglio di mettere in vigore la modifica di legge solo dopo la firma di un contratto collettivo di lavoro per tutto il settore.

Sebbene respinta dal popolo, l’iniziativa della Gioventù socialista contro la speculazione sulle derrate alimentari ha permesso di discutere di un tema molto importante. Grazie a essa è stata introdotta la possibilità di agire per via di ordinanza per introdurre certe limitazioni che già esistono a livello di Stati Uniti e Unione europea. Auspichiamo che ora anche la Svizzera utilizzi almeno questa possibilità. Durante la campagna è stato promesso di non tagliare i mezzi per la politica di cooperazione e sviluppo: auspichiamo che a queste promesse seguano i fatti!

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