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CANTONELe stazioni di trasbordo «sarebbero devastanti per il territorio ticinese»

11.02.16 - 14:58
Le associazioni economiche hanno ribadito il loro favore al raddoppio della galleria del San Gottardo, e la contrarietà alle ipotesi alterative
Le stazioni di trasbordo «sarebbero devastanti per il territorio ticinese»
Le associazioni economiche hanno ribadito il loro favore al raddoppio della galleria del San Gottardo, e la contrarietà alle ipotesi alterative

BIASCA - Le associazioni economiche sono seriamente preoccupate per le conseguenze di una chiusura prolungata del tunnel autostradale del San Gottardo. Nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta questa mattina a Biasca, si è sottolineato che le stazioni di trasbordo di Biasca e Airolo - necessarie per spostare le merci su rotaia - «sarebbero devastanti per il territorio ticinese e non fornirebbero nessun valore aggiunto. L’isolamento del Ticino per oltre tre anni non è una alternativa valida per poter mantenere la competitività necessaria che oggi permette di produrre e creare posti di lavoro», è stato aggiunto.

Il sindaco di Biasca, Jean-François Dominé, ha sottolineato il forte impatto sul suo Comune: oltre 80'000 metri quadrati di terreni destinati dal Piano direttore cantonale agli insediamenti industriali per Biasca e dell’Alto Ticino «saranno sacrificati per la costruzione delle rampe di carico dell’autostrada viaggiante (RoLa) e i movimenti dei mezzi pesanti dalle quattro del mattino a mezzanotte creeranno non poco inquinamento e disagi, oltre che un danno d’immagine innegabile. Inoltre, al termine dei lavori di risanamento potrebbero esserci forti pressioni per non smantellare l’infrastruttura, ormai ammortizzata».

Quei terreni, ha aggiunto il sindaco, potrebbero essere destinati ciclicamente - ogni 30 anni - alla ricostruzione delle stazioni di trasbordo. «Una tale situazione è inaccettabile per Biasca che ha già dovuto sopportare il cantiere di Alptransit e che dovrà ancora sacrificare importanti superfici per ospitare le colonne di mezzi pesanti in attesa di essere caricati sui treni».

Varie tipologie d'imprese sarebbero danneggiate dal mancato raddoppio, ha sottolineato il presidente della Camera di commercio ticinese Glauco Martinetti: «Credo fermamente che dobbiamo chiederci chi crea ricchezza in questo Cantone e come vogliamo fare per mantenere competitivi i settori che oggi riescono ancora a produrre e dare occupazione. Non possiamo continuamente peggiorare le condizioni quadro e pensare di avere una economia sana: risanare il traforo del San Gottardo significa mantenere le condizioni quadro per le nostre aziende e quindi garantirci un futuro».

Il presidente di AITI Fabio Regazzi ha spiegato che «il risanamento del San Gottardo non è in discussione, i lavori, come ben indicato dall’USTRA, dovranno essere effettuati». Il consigliere nazionale PPD considera «instabile» il sistema di treni navetta, che sarebbe in balìa di panne e ritardi.

Anche Lorenzo Pianezzi, presidente di Hotelleriesuisse Ticino, ha ribadito che il Ticino non può dipendere dai trasbordi. «Ci sono situazioni in cui il treno non è sufficiente per raggiungere le località montane o discoste del nostro Cantone».

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