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CANTONIDeputati volgari, no a sanzioni più pesanti

26.01.16 - 17:28
Bocciata l'iniziativa parlamentare che chiedeva provvedimenti più incisivi anche per i comportamenti avvenuti all'esterno dell'aula del Gran Consiglio
Foto Ti-Press
Deputati volgari, no a sanzioni più pesanti
Bocciata l'iniziativa parlamentare che chiedeva provvedimenti più incisivi anche per i comportamenti avvenuti all'esterno dell'aula del Gran Consiglio
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BELLINZONA - Il Gran Consiglio ticinese si è espresso in merito all'iniziativa parlamentare, presentata nella forma generica dal deputato PLR Matteo Quadranti, per introdurre nella Legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di Stato e nella Legge organica comunale dei provvedimenti d’ordine/disciplinari più incisivi circa il comportamento dei deputati anche fuori dalle sedute del Gran Consiglio. 

In sostanza si chiedeva la possibilità per l'Ufficio presidenziale del Gran Consiglio di sanzionare - in maniera più decisa rispetto a oggi, ad esempio togliendo al deputato 'colpevole' l'indennità per la seduta di Gran Consiglio - chi, «sia durante le sedute parlamentari e commissionali sia al di fuori di esse e pubblicamente, trascende nei propri doveri di deputato usando espressioni particolarmente offensive». Le misure varrebbero anche per i post sui social network o per le esternazioni pubbliche, sia verbali sia scritte. «Non è un atto contro qualcuno, ma contro qualcosa: la mancanza di rispetto», ha ribadito Quadranti. «Chi ritiene di avere la forza della ragione dalla sua non ha bisogno di offendere». In Commissione il deputato PLR ha proposto anche la presentazione di una sorta di 'manifesto etico' che tutti i deputati neo-eletti sarebbero tenuti a firmare all'inizio di una nuova legislatura.

La voce dei contrari - La maggioranza della Commissione speciale Costituzione e diritti politici ha invitato il Gran Consiglio a respingere l'iniziativa. «Nessun Cantone e neppure la Confederazione prevedono la possibilità di adottare provvedimenti nei confronti di un deputato per comportamenti o espressioni che esulano dall'attività parlamentare», quindi al di fuori dell'immunità parlamentare. Il relatore di maggioranza, il popolare democratico, Maurizio Agustoni, ricorda che già oggi un deputato può essere denunciato in quanto privato cittadino. Infatti, la maggioranza dei commissari è del parere che «per quanto riguarda le osservazioni e i comportamenti al di fuori dell'attività parlamentare debbano valere le norme applicabili per ciascun altro cittadino, in particolare quelle del Codice civile e del Codice penale». Nonostante ci sia la tentazione di attribuire al presidente del Gran Consiglio il ruolo di 'censore', specialmente per impedire gli eccessi apparsi sulla stampa scritta e online, si tratterebbe di una prevaricazione: «Bisogna prendersi il rischio della libertà, anche quando ha degli aspetti negativi», ha concluso Agustoni. 

«Non spetta al Parlamento definire sanzioni per quanto un deputato fa al di fuori delle sue funzioni», ha aggiunto la verde Tamara Merlo, che ha invocato piuttosto l'autodisciplina dei colleghi.

Il parere dei favorevoli - La minoranza della Commissione - ovvero la socialista Lisa Bosia Mirra e il liberale-radicale Franco Celio - ha manifestato il disaccordo con i colleghi: «La richiesta di sanzioni più severe che si applichino anche per comportamenti al di fuor del Parlamento non è tesa a limitare la libertà di espressione della nostra Costituzione federale, ma piuttosto ad arginare le possibili derive viste durante le precedenti legislature. Non è tollerabile che i deputati si esprimano con minacce verso altri colleghi e/o avversari politici. L'intimidazione non solo è perseguibile penalmente ma è per sua stessa natura un attentato a quella stessa libertà di espressione a cui si appellano coloro che sostituiscono il confronto democratico e il dibattito politico con gli insulti».

Bosia Mirra si è scusata per quanto avvenuto nella scorsa sessione parlamentare - aver cioè pubblicato su Facebook le firme dei colleghi e aver scritto post al vetriolo sul Preventivo 2016 - e ha deciso di devolvere la diaria di questa seduta di Gran Consiglio alla Società di protezione animali del Mendrisiotto. Temendo di danneggiare l'iniziativista, ha quindi ceduto la parola al collega Celio. La minoranza della Commissione ha ritenuto che «i recenti avvenimenti impongano una seria riflessione su questo tema e misure atte ad arginare i comportamenti scorretti di taluni deputati all'interno del Parlamento come fuori, in particolare nell'uso dei social-media, che fungono ormai da cassa di risonanza, nel bene e nel male, degli avvenimenti di cronaca ma anche delle opinioni politiche».

Il Parlamento, al termine della discussione, ha respinto l'iniziativa con 48 voti favorevoli, 12 contrari e 18 astenuti.

 

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COMMENTI
 

TI.CH 8 anni fa su tio
Ma in parlamento non esiste l'immunità diplomatica di parola? Ho sentito una volta un prete bestemmiare e Gli ho detto ma reverendo!, Mi ha risposto *Quando ci vuole ci vuole* bhe giudicate voi.

siska 8 anni fa su tio
Noo qui si vede la totale cecità dei bellissimi parlamentari, si detestano a tal punto da arrivare ad inoltrare un'iniziativa contro qualche sberleffo, poi davanti alle loro scrivanie vi sono temi talmente delicati ed urgenti che si perdono in un bocchier d'acqua. Non credo che vi siano molti atti pregiudizievoli al di fuori del Parlamento sarà sicuramente qualche giovane che si lascia trasportare dalla rabbia e che sicuramente ne pagherà la conseguenza. Poveri noi ma da chi siamo rappresentati e orchestrati, vergogna!
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