Da Milano si chiede a Roma di rivedere quelle parti dell'accordo tra Italia e Svizzera che toccano i lavoratori italiani
MILANO - Continua a far discutere i politici di confine il nuovo accordo tra Italia e Svizzera. Questa volta a contestarlo sono il sottosegretario ai rapporti istituzionali e relazioni internazionali, il comasco Alessandro Fermi e il consigliere regionale varesino di Forza Italia Luca Marsico.
"Siamo di fronte ad un accordo che non ci soddisfa affatto" si legge su La Provincia di Como. I frontalieri saranno "sottoposti ad un vero salasso così come i comuni di frontiera che potrebbero vedere azzerati i ristorni con, a cascata, gravi conseguenze per garantire i servizi essenziali per la collettività".
Un appello viene indirizzato alle autorità italiane, affinché rivedano alcuni termini dell'accordo che andrebbe a penalizzare i lavoratori italiani in Svizzera. "E questo non possiamo accettarlo".
C'è poi la questione del secondo pilastro, e quei 2,8 miliardi di euro versati dai frontalieri e mai ritirati. "Invitiamo tutti i cittadini lombardi che hanno prestato lavoro in Svizzera negli anni passati e i parenti di quei lavoratori che sono deceduti prima del pensionamento a ritirare il secondo pilastro, che spetta di diritto in base a quanto versato al Governo elvetico negli anni di lavoro. Sarebbe una beffa se questo tesoretto restasse in Svizzera e per molti nostri concittadini potrebbe rappresentare una inaspettata boccata di ossigeno".