Generazione Giovani dura sul caso della lettera per la legge radiotv: "Azioni di questo genere non fanno che minare la credibilità delle nostre istituzioni"
BELLINZONA - Il comitato di Generazione Giovani PPD Ticino si domanda se il candidato UDC al Consiglio federale sia veramente il miglior rappresentante ticinese per questa carica.
"Alcuni avevano dubbi, altri no, ma a noi sono sorti proprio questo fine settimana quando a mezzo stampa il Presidente del Governo Norman Gobbi ha criticato pubblicamente un altro ministro, Manuele Bertoli, accusandolo di non aver rispettato le normali procedure e di aver mandato una lettera a nome del Consiglio di Stato senza averla presentata ai colleghi (consultazione federale sulla nuova ordinanza LRTV)".
Bertoli ha replicato nei giorni scorsi, descrivendo la procedura che è stata adottata per la consultazione "e che tutti i colleghi, Gobbi incluso, hanno ricevuto la lettera attraverso un incarto inserito nell’ordine del giorno della riunione del Consiglio di Stato".
Se le affermazioni di Bertoli fossero corrette, affermano i giovani popolari democratici, "il Presidente del Consiglio di Stato avrebbe richiamato per mezzo stampa un suo collega, accusandolo di non aver trasmesso un documento, per scoprire in seguito che non solo l’incarto aveva seguito la corretta procedura, ma che la citata lettera era stata da lui firmata. Una svista e delle accuse che riteniamo molto gravi, azioni di questo genere non fanno che minare la credibilità delle nostre istituzioni".
Alla base del Consiglio federale c'è la collegialità, "un principio che, a nostro avviso, il governo cantonale ticinese ha perso da tempo e che le uscite del Presidente in questo fine settimana continuano a minare. Il Consigliere di Stato Gobbi con queste uscite non ha avuto rispetto del Consiglio di Stato e della figura del Presidente intese come figure istituzionali fondamentali all’interno nostro sistema politico".
Secondo Generazione Giovani, in un altro Cantone per un caso di questo genere si sarebbero chieste le dimissioni di Gobbi, ma "nel nostro bel Ticino invece la minima critica viene spenta e tutti devono sostenere il candidato del Cantone con il rischio di essere altrimenti linciati, metaforicamente, la domenica “mattina”. Ecco noi non ci stiamo e non riteniamo Norman Gobbi il candidato ideale per la posizione di Consigliere Federale. Il Ticino ha bisogno al più presto un rappresentante in Consiglio Federale, ma questo non significa abbassare gli standard minimi richiesti per questo ruolo".