Il Consigliere di Stato ticinese rimane in corsa per la poltrona a Palazzo federale. Insieme a lui ci sono lo zughese Thomas Aeschi e il vodese Guy Parmelin
BELLINZONA/BERNA - L'Udc ha fatto la sua scelta. E nella corsa alla poltrona che lascerà libera Eveline Widmer-Schlumpf c'è anche Norman Gobbi. L'elezione del Consiglio federale è fissata per il 9 dicembre. Gli altri due candidati al seggio Udc sono Thomas Aeschi del Canton Zugo e Guy Parmelin del Canton Vaud.
Da sei a tre - La scelta è caduta nel corso del pomeriggio. Il gruppo democentrista alle camere ha sentito gli ultimi sei candidati papabili. Oltre ai tre promossi pure il vallesano Oskar Freysinger, l'obvaldese Res Schmid e il grigionese Heinz Brand, e ha comunicato la composizione del trio in serata. E' stato Toni Brunner in persona a dare la notizia. Lui che è stato uno dei più grandi sostenitori della candidatura di Gobbi.
Ecco il "tricket" - I democentristi, scegliendo Aeschi, Parmelin e Gobbi, hanno quindi optato per il "Tricket" con un candidato per ogni regione linguistica, così come voleva il presidente del partito Brunner. Fa comunque scalpore l'esclusione di Heinz Brand, il rappresentante grigionese, da molti dato per favorito alla carica di Consigliere federale.
Plebiscito per Gobbi - Gobbi è stato eletto con 72 schede sulle 82 distribuite. Quasi un plebiscito per il Consigliere agli Stati ticinese.
Bene anche Parmelin - Anche Parmelin, che doveva vedersela col consigliere di stato vallesano Oskar Freysinger, ha strappato un bel risultato: 48 voti ottenuti contro i 29 di Freysinger (82 schede distribuite).
Lotta per il seggio svizzero tedesco - Più combattuta la scelta del candidato svizzero tedesco. Aeschi l'ha spuntata al quinto turno (44 voti a favore), dopo un lungo testa a testa col consigliere nazionale Heinz Brand.Ora il 36enne, laureato in economia all'Università di San Gallo e in seguito ad Harvard, appare essere il favorito in vista del 9 dicembre.
"Il federalismo vive" - E' un Gobbi ovviamente euforico quello che commenta la sua candidatura a Consigliere federale. E lo fa in tutte e tre le lingue nazionali. "Il federalismo vive" ha dichiarato con orgoglio.
"Grazie Udc" - Il Consigliere di Stato ha poi tenuto a ringraziare l'Udc, il partito che ha creduto in lui. "Con la scelta di oggi, oltre che onorare la mia persona, il gruppo Udc porta onore alla mia terra e a tutta la Svizzera italiana, riconoscendone il ruolo essenziale nel nostro Paese".
Un viaggio partito il 7 novembre - Ricordiamo che per potersi candidare Gobbi ha dovuto prendere la tessera dell'Udc, senza per questo rinunciare alla sua appartenenza alla Lega. Questo movimento non vieta le doppie appartenenze. Una volta espletata questa formalità, la sezione ticinese dei democentristi l'ha ufficialmente lanciato nella corsa lo scorso 7 novembre, potendo contare anche sul sostegno del presidente dell'UDC nazionale Toni Brunner. Quest'ultimo ha lavorato dietro le quinte per un riavvicinamento tra Lega e UDC ticinese.
Traguardo: il 9 dicembre - Il primo ostacolo per riavere un Consigliere federale ticinese dopo 16 anni è stato superato. A Cotti potrebbe quindi "succedere" Gobbi. Ma la decisione spetta ora all'Assemblea federale che, il prossimo 9 dicembre, designerà il successore di Eveline Widmer-Schlumpf.
La reazione di Adrian Amstutz, capogruppo in Parlamento
"Apprezzato perché agisce" - In merito alla candidatura del ministro leghista, il capogruppo democentrista in Parlamento, Adrian Amstutz, ha sostenuto che il ministro ticinese è apprezzato soprattutto perché "agisce e non si accontenta solo di parlare". Un modo di fare politica "che farebbe bene al Consiglio federale attuale", ha commentato Amstutz con un pizzico di ironia. "Anche se è solo da poco membro del nostro partito, su molti punti la Lega e l'Udc la pensano allo stesso modo", ha spiegato Amstutz, aggiungendo che alle Camere federali la Lega è parte integrante del gruppo democentrista.
"Tutti sanno lavorare collegialmente" - Amstuz è convinto che i prescelti abbiano le capacità di lavorare in maniera collegiale qualora venissero eletti in Consiglio federale. Tuttavia, mi aspetto "che i compromessi vengano fatti alla fine, non all'inizio".
"Una scelta vera" - Amstutz, che ha speso parole di lode per la competenza e l'affidabilità di Aeschi e Parmelin, è convinto che con una lista di tre candidati l'Assemblea federale si troverà di fronte il 9 di dicembre a una versa scelta. Il fatto che il partito abbia scelto candidati di tre regioni linguistiche diverse non è un mero alibi, ha risposto Amstutz alle critiche di chi lo sospetta di tatticismo. "In futuro vorremmo che accanto a un ministro Udc svizzero tedesco ne sedesse un altro romando o ticinese", ha dichiarato.
Partito a dimensione nazionale - Questa evoluzione si spiega anche col fatto che il nostro partito ha ormai assunto una versa dimensione nazionale, non è più insomma confinato nei cantoni della Svizzera tedesca, ma ha fatto breccia un po' dappertutto. Si tratta anche di avere una maggiore rappresentatività delle diverse opinioni che circolano nel Paese, secondo Amstutz.