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SVIZZERA / CANTONEPadroncini, solo 20 imprese italiane nel registro Iva

27.08.15 - 17:19
Lo indica il Consiglio federale rispondendo a un'interrogazione di Ignazio Cassis
Foto Ti-Press Francesca Agosta
Padroncini, solo 20 imprese italiane nel registro Iva
Lo indica il Consiglio federale rispondendo a un'interrogazione di Ignazio Cassis

BERNA - Finora solo 20 imprese italiane, su 50 estere in totale, si sono annunciate all'Amministrazione federale delle contribuzioni (AFC) per farsi includere nel registro Iva in seguito alla modifica della pertinente ordinanza (OIVA) entrata in vigore a inizio anno. È quanto indica il Consiglio federale rispondendo a un'interrogazione di Ignazio Cassis (PLR), in cui precisa tuttavia che le imprese interessate - italiane e no - sono molte di più (1100 a fine giugno).

La modifica dell'OIVA è stata sollecitata dallo stesso Cassis mediante una mozione adottata dal parlamento nel 2013, allo scopo di far passare alla cassa i cosiddetti "padroncini". Per il consigliere nazionale si trattava di eliminare una fastidiosa distorsione della concorrenza.

L'artigiano estero, argomentava nel suo testo il ticinese, è infatti esentato dal pagamento dell'IVA fino ad un importo massimo di 10 mila franchi. Oltre questa somma, non spetta al lavoratore estero pagare questa tassa, bensì al cliente che riceve la prestazione. Tale norma vale per quegli artigiani che non sono iscritti al registro IVA. L'annuncio è obbligatorio unicamente per un fatturato annuo in Svizzera superiore ai 100 mila franchi.

Da gennaio, tutte le imprese estere attive in Svizzera devono indicare il numero IVA sulla notifica on line e devono pagarla se il fatturato ammonta almeno a 100 mila franchi. La Confederazione si attende maggiori entrate per 10 milioni di franchi. La futura revisione della legge sull'Iva prenderà in considerazione il giro d'affari - sempre 100 mila franchi - realizzato a livello mondiale dalle imprese sia svizzere che estere (maggiori entrate stimate: 40 milioni).

Nella sua risposta, il Governo precisa che finora 1100 imprese, sulle 2000-2500 stimate - hanno dichiarato di doversi iscrivere quali contribuenti IVA per il primo semestre 2015. Presso l'AFC se ne sono iscritte circa 50, di cui 20 italiane. Quest'ultima cifra è stata accertata fondandosi sulle imprese del Belpaese che hanno un rappresentante fiscale nel Cantone Ticino. È possibile che imprese italiane con un rappresentante fiscale in un altro Cantone figurino tra le altre imprese iscritte.

Il numero di società italiane, indica l'esecutivo, "è però da prendere con riserva, in quanto è ipotizzabile che possa essere più importante". Limiti informatici attuali impediscono infatti di fare controlli incrociati. Per rimediare a tali problemi, sottolinea il Governo, sono stati avviati adeguamenti del sistema informatico che richiedono tuttavia un po' di tempo prima di essere effettivi.

Per quanto riguarda le maggiori entrate per il fisco, quest'ultime potranno essere valutate alla fine del corrente periodo fiscale o alla fine dell'anno civile.

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