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CANTONEPS: “AFI e API equiparati all’assistenza pubblica, è corretto?”

26.08.15 - 14:45
PS: “AFI e API equiparati all’assistenza pubblica, è corretto?”

BELLINZONA - Il Gruppo Socialista si rivolge al Consiglio di Stato in merito al confronto fra il segretario cantonale OCST Mainrado Robbiani e il Consigliere di Stato Gobbi in merito alla revoca di permessi a persone straniere che beneficiano di assegni famigliari integrativi (AFI) e assegni di prima infanzia API, perché considerati come prestazioni assistenziali.

Il PS spiega che da oltre un anno questa è la prassi adottata dalla Sezione della popolazione, che invia, alternativamente, decisioni di ammonimento o di revoca dei permessi di soggiorno a quelle famiglie di stranieri che beneficiano di assegni famigliari integrativi (AFI) e assegni di prima infanzia (API) perché considerati prestazioni assistenziali. Con il primo provvedimento le famiglie vengono avvisate che, se continueranno a percepire tali assegni, verrà loro revocato il permesso di soggiorno. Il secondo tipo di provvedimento comporta invece la revoca o il mancato rinnovo del permesso e, conseguentemente, la fissazione di un termine di partenza entro cui la famiglia sarà tenuta a lasciare, definitivamente, la Svizzera.

Il PS sottolinea che questa maniera di agire fa riferimento a due articoli della Legge sugli stranieri (LStr), il 62 e il 63, che contemplano un catalogo di ipotesi al realizzarsi delle quali il permesso di soggiorno può essere revocato. Tra queste ipotesi la legge contempla la dipendenza da forme di aiuto sociale. L’articolo 62 si riferisce ai cosiddetti permessi di dimora (permesso “B”) e il 63 ai permessi di domicilio (permesso “C”).

“AFI e API vengono equiparati alle prestazioni di assistenza pure e semplici - ha sottolineato il Gruppo Socialista - a questo proposito vorremmo ricordare che nel messaggio del Consiglio di Stato del 19 gennaio 1994 si afferma che, “la nuova legge sugli assegni di famiglia situa la politica familiare al di fuori dei confini della politica assistenziale” (cfr. messaggio del Consiglio di Stato del 19 gennaio 1994, n. 4198). In questo messaggio si presentava la nuova impostazione degli assegni di famiglia, gli assegni integrativi venivano destinati alle famiglie di condizioni finanziarie modeste, mentre gli assegni di prima infanzia erano, tra l’altro, concepiti come strumenti atti a permettere ad un genitore di rinunciare all’attività lucrativa per dedicarsi alla cura e all’educazione del figlio nei primi tre anni di vita”.

Viene quindi chiesto:

    • Di conoscere esattamente a quante persone sono state inoltrate decisioni di ammonimento e di revoca di permessi
    • Come interpreta gli art. 47 cpv. 1 lit c e 51 lit. 5 LAF, in cui si afferma che per avere diritto agli AFI/API bisogna essere domiciliate in Ticino da almeno tre anni)? Non ritiene che un cambiamento di prassi come quello attuato dall'Ufficio per la migrazione (in precedenza gli AFI/API non erano considerati aiuti sociali ai sensi della LStran) richiederebbe una modifica legislativa?
    • Come mai non è stato coinvolto il Parlamento?
    • Ritiene corretto negare i permessi C a persone la cui unica colpa è di non riuscire a mantenere una famiglia con il proprio lavoro, considerato anche il livello salariale in Ticino e il fatto che molti stranieri dimoranti o domiciliati (anche da lungo tempo) lavorano proprio nei settori peggio pagati?
    • Il governo non ritiene discriminatorio negare il permesso C a causa di mezzi finanziari precari a persone con famiglia e quindi con maggiori oneri finanziari?
    • Ritiene corretto che a chi sposa una straniera o uno straniero venga negato il diritto di far capo agli AFI/API, visto che se lo fa il coniuge straniero rischia di essere allontanato e la famiglia spezzata?
    • E' vero che il rinnovo di permessi B e il rilascio di permessi C viene negato anche perché la persona fa capo ai sussidi di cassa malattia?
    • Dal profilo della politica sociale e conoscendo le conseguenze della povertà, il governo non ritiene controproducente escludendo le famiglie in cui uno o due membri non possiedono la cittadinanza svizzera dalla politica a sostegno delle famiglie e in generale dalle politiche di ridistribuzione della ricchezza?

 

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