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SVIZZERA / CANTONE"Fuori dal vicolo cieco", danno alla democrazia oppure occasione da cogliere?

20.08.15 - 12:45
Un tassello in più al dibattito per Ignazio Cassis, uno svilimento della democrazia diretta secondo Marco Romano
"Fuori dal vicolo cieco", danno alla democrazia oppure occasione da cogliere?
Un tassello in più al dibattito per Ignazio Cassis, uno svilimento della democrazia diretta secondo Marco Romano

BERNA - Una proposta che svilisce la democrazia diretta e indebolisce la posizione della Svizzera nei confronti dell'Ue. Questa l'opinione del consigliere nazionale Marco Romano (PPD), all'indomani della notizia che l'iniziativa popolare "Fuori dal vicolo cieco", lanciata con l'obiettivo di abrogare dalla Costituzione federale le disposizioni dell'iniziativa UDC "contro l'immigrazione di massa", ha già superato la barra delle 100 mila firme.

Per il consigliere nazionale Ignazio Cassis (PLR), invece, si tratta di un tassello in più che si aggiunge al dibattito democratico e la prova che gli elettori saranno chiamati probabilmente ad esprimersi nuovamente sui rapporti che intendono intrattenere con Bruxelles.

Posizione elvetica non indebolita - L'iniziativa "Fuori dal vicolo cieco! Rinunciamo alla reintroduzione di contingenti d'immigrazione", pubblicizzata con la sigla tedesca RASA ("Raus aus der Sackgasse"), non dovrebbe secondo Cassis indebolire la posizione del nostro Paese nei confronti di Bruxelles.

"Nei miei contatti con i parlamentari europei - ha spiegato all'ats il deputato PLR - ho avuto l'impressione che i nostri interlocutori siano consapevoli dell'importanza del mercato elvetico per i lavoratori di Francia, Germania o Italia, ma soprattutto coscienti dell'importanza della Svizzera quale partner commerciale per l'Ue". Non è nell'interesse di alcuno creare una rottura, secondo Cassis.

L'esponente PLR alla Camera del popolo è convinto che nemmeno in caso di applicazione rigida dell'iniziativa democentrista vi sarà una denuncia degli accordi bilaterali da parte dell'Ue, anche se non si possono escludere ritorsioni. "Si tratterebbe infatti di un harakiri, del valore di svariati miliardi, da entrambe le parti", ha dichiarato.

Un'occasione per chiarire i rapporti con Ue - "Ciò che mi pare sicuro - secondo Cassis - è che il popolo sarà chiamato in un modo o nell'altro a pronunciarsi su che tipo di rapporti vuole con l'Ue. Potrebbe trattarsi di un referendum - secondo Cassis un'eventualità assai probabile - sulla legge di applicazione all'iniziativa UDC. Qualora il popolo dovesse appoggiare la soluzione, che salvaguarda i bilaterali, uscita dai dibattiti parlamentari, l'iniziativa RASA non avrebbe più senso.

Benché forse poco elegante, l'iniziativa RASA rappresenta per Cassis un'occasione supplementare per approfondire il dibattito interno sui nostri rapporti con Bruxelles e per spiegare agli elettori quanto siano importanti per la nostra prosperità gli accordi bilaterali.

RASA, un colpo alla democrazia diretta - Per Marco Romano, invece, l'iniziativa RASA svilisce la democrazia: dopo il sì all'iniziativa Weber sulle residenze secondarie, i cantoni alpini non si sono ribellati per togliere dalla Costituzione il limite del 20%, ha fatto notare il consigliere nazionale PPD.

RASA indebolisce inoltre la posizione negoziale della Svizzera nei confronti di Bruxelles. Oltre a creare ulteriori divisioni al nostro interno, l'iniziativa rappresenta "un atto di sabotaggio del lavoro in corso" poiché relativizza il risultato del 9 di febbraio. L'Ue, insomma, potrebbe decidere di non fare nulla, nell'attesa che in Svizzera si voti su RASA, probabilmente solo nel 2018.

Questa iniziativa rischia insomma di farci perdere tempo, "mentre è importante per noi cercare una soluzione percorribile in tempi brevi che chiarisca infine le nostre relazioni con l'Ue".

Un'iniziativa inutile promossa da mitomani - Nemmeno il consigliere nazionale Pierre Rusconi (UDC) è tenero con l'iniziativa popolare RASA. "Questa proposta - ha affermato all'ats - non solo è inutile, ma mette in difficoltà la Svizzera nei confronti dei negoziatori europei, che potranno congedare i nostri diplomatici chiedendo loro di tornare non appena avremo fatto chiarezza al nostro interno".

Invece di fare gli interessi della Svizzera, "questa iniziativa rischia di fare ancora più male al nostro Paese, visto il rischio concreto che venga bocciata sonoramente alle urne, alla luce anche delle difficoltà che attanagliano al momento l'Ue e il loro atteggiamento intransigente verso di noi". In questo caso, verrebbe meno anche quell'esiguo margine di manovra di cui dispone ora il Consiglio federale.

Per Rusconi, l'iniziativa RASA è frutto di un gruppo di mitomani avversi alle decisioni popolari quando non sono in linea con le loro opinioni: "Se non si vota come vogliono costoro, allora significa che non abbiamo capito nulla", conclude il democentrista.

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