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CANTONELa rete: "Dimettiti". Robbiani: "Ma se mi avete appena confermato"

24.06.15 - 11:49
Botta e risposta con il granconsigliere leghista dopo il caso Piazza. "Io? Vittima del sistema"
tipress
La rete: "Dimettiti". Robbiani: "Ma se mi avete appena confermato"
Botta e risposta con il granconsigliere leghista dopo il caso Piazza. "Io? Vittima del sistema"

LUGANO - Il caso burqa prima. Quello Micocci, poi. Quindi il commento sulle dimissioni di Stefano Piazza. Massimiliano Robbiani torna a far discutere spaccando la rete, tra quelli che lo appoggiano e chi lo condanna per le sue “uscite” poco felici. Ma la spaccatura non è tra due parti uguali. Oltre il 70% dei nostri lettori critica il suo post sulle dimissioni dell’ex candidato PPD e chiede le sue dimissioni. Cosa ne pensa il diretto interessato? È pentito?

“No, non mi pento - ci risponde il granconsigliere leghista -. Anche perché il nome di Piazza, a dirla tutta, io nemmeno l’ho fatto. Il riferimento o meno alla sua persona nel mio post ognuno può deciderlo personalmente. Poi, la bara potrebbe essere pure intesa, non come la fine della vita, ma di un’epoca politica, quella nel PPD. Anche perché Piazza di partiti ne ha cambiati tre o quattro. Non posso scusarmi per una frase che ritengo satira e non un’offesa”

Però il post l’ha tolto. Si sente un po’ vittima per caso?
“C’è Mordasini, solo per fare un esempio, che può condividere quello che vuole e nessuno gli dice niente. La foto di Giuliano Bignasca con scritto ‘non tiro coca da più di due anni’ l’abbiamo vista tutti. La faccio io un po’ di satira ed ecco quello che succede. È vero che con Piazza ho avuto in passato delle discussioni, ma sono finite lì. Sono un po’ vittima di un sistema che vuole cercare sempre il lato diffamatorio di ciò che scrivo, il lato ripugnante della mia persona. Non sono l’unico politico a dire ciò che pensa attraverso Facebook, ma evidentemente piace mettermi al patibolo”.

Qualcuno ha già stilato una piccola lista delle sue dichiarazioni "scottanti". Le donne col burqa in primis, la Micocci poi, e adesso Piazza. Cosa pensano i suoi colleghi di partito dell'uso che fa dei social?
“Sul caso Micocci mi è stato detto di fare più attenzione. Ancora oggi sono pronto a dire di essermi sbagliato, di essere andato oltre e, se serve, sono pronto a scusarmi nuovamente. In quel caso mi sento colpevole al 100%. Sul resto però no. Nel caso del burqa ho solo condiviso un post su Facebook. È da poco arrivato il primo non luogo a procedere dopo la denuncia di 67 donne che si erano sentite offese. Diciamo anche che l’aveva condiviso pure un altro collega, che è tutt’ora in Gran Consiglio, e nei suoi confronti non è mai stata intrapresa alcuna azione legale. Due pesi e due misure, insomma”.

In questo caso Piazza non si è offeso. Ieri ha replicato con ironia. Si è però chiesto cosa le passi per la testa in certi momenti. Cosa gli risponde?
“Mi fa piacere non si sia offeso, non era quella la mia intenzione. Evidentemente ha capito, almeno in parte. Cosa mi passa per la testa? Come tutti, anche io su Facebook faccio la mia satira. È vero che un granconsigliere dovrebbe fare più attenzione a quello che scrive, però io faccio quello che fanno tutti gli altri. Non penso davvero di aver offeso nessuno”.

Lei è un provocatore. E non solo sui social. Tra gli addetti ai lavori non passano inosservate le sue numerose interrogazioni al Consiglio di Stato. Il Governo spesso le risponde che alcune domande non sono pertinenti. Considerato anche il tempo e il denaro speso per risponderle... Perché perseverare?
“No, più che provocatore sono un leghista che resta fermo sulle sue convinzioni e porta avanti da anni le sue battaglie. Io chiedo al Consiglio di Stato le risposte che vorrei ottenere. Fa parte del mio lavoro politico. Anche Quadri a Berna è uno molto presente con le sue interrogazioni, solo per fare un esempio”.

E sulla non pertinenza delle domande cosa mi risponde?
“Sì, è vero, capita. Ma magari perché ci sono atti giudiziari aperti da parte della Magistratura e il Governo non può rispondere. Quindi non sono pertinenti perché poste al Governo, non in termini assoluti”.

Le ha contate le sue interrogazioni?
“Nell’ultimo quadriennio sono 119 (ride)”.

Abbiamo voluto essere provocatori anche noi. E ieri, allegato alla replica di Piazza, abbiamo inserito un piccolo sondaggio. Il 73% dei lettori ha risposto che con l'ex candidato pipidino è stato fuori luogo. E praticamente la stessa percentuale ha detto che dovrebbe dimettersi. Sono i 3/4 del campione. Cosa risponde loro?
“Dimettermi? Mi hanno appena confermato. Anzi i voti ricevuti superavano le mie aspettative a un mese dal ‘caso Micocci’.  Se volevano ‘trombarmi’ avevano la possibilità di farlo”.

Tornerà a far parlare di lei per nuovi post?
“Spero di no. Io non li metto su per la stampa. Poi se voi volete farne uso…”

 

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