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CANTONE"Non si può non ammettere gli errori commessi nel passato"

01.04.15 - 20:06
Il Consigliere di Stato Claudio Zali sulla pianificazione: "Anche se abbandonassimo il nostro orientamento economico non avremmo per magia il paesaggio di prima, bensì soltanto capannoni dismessi"
"Non si può non ammettere gli errori commessi nel passato"
Il Consigliere di Stato Claudio Zali sulla pianificazione: "Anche se abbandonassimo il nostro orientamento economico non avremmo per magia il paesaggio di prima, bensì soltanto capannoni dismessi"

BELLINZONA - Parcheggi, mobilità, gestione dei rifiuti. Claudio Zali si sottopone al giudizio dei ticinesi che, ormai ad urne aperte (il materiale di voto è arrivato a casa già settimana scorsa), scelgono i loro rappresentanti in Consiglio di Stato e Gran Consiglio. Il 19 aprile è ormai vicino e il Consigliere di Stato, dopo essersi tolto la toga ed essere entrato in Governo neppure un anno e mezzo fa, affronta la sua campagna elettorale con una certa emozione.

Consigliere Zali, come si sente alla sua prima campagna elettorale da Consigliere di Stato uscente?
"Sentire una certa tensione emotiva, è inevitabile. Tuttavia cerchiamo di evitare l’isterismo: ad una campagna elettorale vivace preferisco rivolgermi ai ticinesi per illustrare quanto è stato fatto finora. Ora si vedrà se hanno apprezzato il mio operato. Questa votazione rappresenta un momento importante della mia vita: potrebbe rappresentare la fine di questa mia breve avventura professionale e il ritorno al privato, oppure la continuazione di un percorso, ovvio che spero di poter continuare il mio percorso intrapreso".

Quando si parla di sviluppo urbano e territoriale, di ecologia e di mobilità viene sempre preso come modello la Svizzera tedesca. Come mai loro sono sempre considerati più bravi rispetto a noi? Noi non potremmo avere un altro modello di amministrazione territoriale diverso dal loro?
"C'è un legame stretto tra Cantone e Confederazione, dato dalla necessità di applicare leggi settoriali federali, come per esempio la legge sulla pianificazione del territorio. Detto questo vi è un secondo ordine di problema, dato dalla morfologia del tutto particolare del Cantone Ticino, con la sua forma triangolare, costituita per metà di bosco, e da soltanto il 15% di fondo valle. Uno spicchio di territorio in cui si concentrano quasi tutte le attività economiche, commerciali e umane del Cantone. Un'altra particolarità da tenere in considerazione è la pressione fortissima data da 10 milioni di persone al di fuori dei nostri confini. Una situazione analoga nelle altre parti della Svizzera non la si trova. In tutti i casi non si può non ammettere che in passato siano stati commessi degli errori, seppur in buona fede. Errori di pianificazione che non si vedono subito, ma solamente dopo 15 o 20 anni. Quando si costruisce un capannone industriale deturpante nel posto sbagliato poi non è più possibile abbatterlo".

A proposito di capannoni deturpanti. Basta andare da Chiasso a Novazzano, a Mendrisio o al Pian Scairolo per accorgersi che il paesaggio ticinese è ormai compromesso. C'è ancora speranza per un Ticino paesaggisticamente da cartolina?
"Gli sfregi che esistono già sono difficilmente emendabili. Quand'anche si cambiasse orientamento economico, e si abbandonasse questo genere di secondario o di terziario che occupa molto territorio, non avremmo per magia il paesaggio di prima, ma soltanto capannoni dismessi. Immaginarsi uno stadio del post secondario con il recupero ambientale o la rivalutazione delle vecchie zone industriali non è possibile. Io sarei già contento se riuscissi ad arginare la notevole pressione che c'è ancora da parte di molti comuni che chiedono ulteriori fette del loro territorio da destinare ad attività industriali e commerciali. Prendo come esempio emblematico il comparto Valera, in un Mendrisiotto segnato dall'insediamento di molte attività commerciali e industriali. Ebbene, siamo riusciti ad evitare che sorgessero in quel territorio 50mila metri quadrati di stabilimenti industriali e commerciali. Sono consapevole, tuttavia, che questa tipologia di attività porta gettito fiscale e che i Comuni prosperi sono quelli che hanno avuto la loro zona industriale, ma il tutto deve essere equilibrato".

Lei parlava prima di recupero ambientale e della conversione di vecchie aree industriali. La ex Monteforno potrebbe essere un'area in cui si potrebbe adottare una politica di intervento in tal senso?
"No. Non ci sarebbero i fondi necessari per gli investimenti: la zona risulta poco attrattiva. In quell'area di proprietà della Confederazione, che deve essere ancora bonificata, potrebbe sorgere un'area di dosaggio. Stiamo cercando attivamente di sbloccare il progetto".

In Ticino si è cominciato a parlare di criminalità organizzata. Le pongo questa domanda perché la giustizia ticinese la conosce bene. Oltre alla caccia ai topi di appartamento, lei ritiene che il Governo dovrebbe porre tra le priorità la lotta all'infiltrazione della criminalità organizzata in Ticino?
"Posto il principio della separazione dei poteri, la lotta ad ogni tipo di criminalità è sempre priorità di ogni Governo, compreso il nostro. Il Ministero pubblico ha gli strumenti e le risorse necessarie per combattere ogni tipo di criminalità e di stroncare ogni forma mafiosa. Inoltre abbiamo una popolazione matura e responsabile che impedisce la costituzione di un substrato culturale che aiuta la malavita a rinforzarsi. C'è fiducia nelle istituzioni, e il Ticino, oltre al duro lavoro dei magistrati per combattere queste forme di criminalità, ha anche a disposizione il ministero pubblico della Confederazione, presente con la sua antenna. Sta solo a noi rimboccarci le maniche".

Quale saranno i suoi progetti da portare avanti nel prossimo quadriennio?
"Per il mio Dipartimento, oltre al lavoro corrente, rappresentato dall'importante dossier della mobilità, vi sono altri temi ad ampio respiro da affrontare. A partire dalla pianificazione delle zone industriali, le cui implicazioni fiscali sono da tenere in considerazione. Bisognerà trovare un consenso generale, affinché si abbia uno sguardo coordinato e condiviso sullo sviluppo industriale e la pianificazione del territorio. Oltre a ciò vi è la legge sull'edilizia, che bisogna snellire a favore di amministrazione e cittadini, e il dossier rustici, a cui dovrà essere trovata una soluzione soddisfacente".

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