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CANTONEApprovata l'iniziativa: "Salviamo il lavoro in Ticino"

24.03.15 - 10:31
Il 55% del Parlamento dice Sì al rapporto di minoranza. L'iniziativa passa e ora tocca al popolo esprimersi
Approvata l'iniziativa: "Salviamo il lavoro in Ticino"
Il 55% del Parlamento dice Sì al rapporto di minoranza. L'iniziativa passa e ora tocca al popolo esprimersi

BELLINZONA - Salario minimo sì, salario minimo no. Tra accesi dibattiti e un Parlamento diviso, l'iniziativa dei Verdi, ha visto "sconfitto" il rapporto di maggioranza - che la respingeva - con 33 voti a favore, 36 a sfavore, e 5 astenuti. Con stupore di parte dei presenti è passato il rapporto di minoranza che propone di accogliere l'iniziativa popolare. Il 55 % del Parlamento ha votato a favore (38 voti), il 39,1% a sfavore (27 voti). Solo 4 gli astenuti.

L’iniziativa popolare è dunque accolta. Sta ora al popolo a doversi esprimere.

La Costituzione cantonale del 14 dicembre 1997 è modificata come segue:

Art. 13 cpv. 3 (nuovo) - Ogni persona ha diritto ad un salario minimo che gli assicuri un tenore di vita dignitoso. Se un salario minimo non è garantito da un contratto collettivo di lavoro (d’obbligatorietà generale o con salario minimo obbligatorio), esso è stabilito dal Consiglio di Stato e corrisponde a una percentuale del salario mediano nazionale per mansione e settore economico interessati.

Art. 14 cpv. 1 lett. a) - ognuno possa sopperire ai suoi bisogni con un lavoro svolto in condizioni adeguate e venga protetto dalle conseguenze della disoccupazione che non può essergli imputata e possa beneficiare di vacanze pagate;

Norma transitoria - L’adeguamento delle Leggi a seguito della modifica dell’art. 13 cpv. 3 e 14 cpv. 1 lett. a) della Costituzione dovrà entrare in vigore al più tardi il 1° gennaio 2016.

II. È raccomandato al popolo di accogliere l’iniziativa popolare e, di conseguenza, la modifica costituzionale di cui al punto I.

III. La presente modifica costituzionale, se accolta in votazione popolare, è pubblicata nel Bollettino ufficiale delle leggi e degli atti esecutivi.
Il Consiglio di Stato fissa la data dell'entrata in vigore.


Il dibattito
- Questa mattina si è continuato a parlare di un salario minimo stabilito a livello cantonale dal Consiglio di Stato, diversificato per mansione e settore economico, all'inizio della seduta di martedì mattina del Gran Consiglio ticinese.

Primo argomento l'iniziativa popolare costituzionale elaborata, presentata il 9 aprile 2013, denominata «Salviamo il lavoro in Ticino!». Solo due Cantoni hanno questo diritto sociale nella propria Costituzione: si tratta di Neuchâtel e Giura.

La Commissione speciale Costituzione e diritti politici ha presentato due rapporti: quello di maggioranza invitava a respingere l'iniziativa, e quello di minoranza ad accoglierla.

Favorevoli - Il dito, da parte dei sostenitori, è stato puntato contro l'elevato numero dei contratti normali di lavoro vigenti in Ticino. Nell'iniziativa si punta a "proteggere i salari e quindi il lavoro in Ticino" tramite una serie di misure. Il salario minimo, ad esempio, consentirebbe almeno in parte di eliminare una fetta di lavoratori frontalieri, i cui bassi salari creano un fenomeno di dumping. Inoltre il salario minimo permetterebbe al lavoratore di ottenere "una retribuzione che gli assicuri un tenore di vita dignitoso".

Contrari - I contrari, invece, hanno espresso dubbi sull'applicabilità dell'iniziativa oltre che sul merito stesso. Il salario minimo differenziato per settore è stato giudicato "incongruente" da parte del relatore di maggioranza Eros Mellini. "I frontalieri si troveranno con un insperato aumento dello stipendio: l'iniziativa manca il bersaglio nei confronti della promozione del lavoro degli indigeni", è una delle obiezioni che sono state portate. "L'iniziativa non porta risultati soddisfacenti in quanto non tocca che in minima parte i posti di lavoro ambiti in Ticino. Evitiamo questa ulteriore interferenza dello Stato nei rapporti tra lavoratori e imprenditori", ha aggiunto l'esponente UDC. "Questa iniziativa farebbe perdere milioni all'economia. Non saremmo più competitivi. È la libera circolazione che dobbiamo combattere, non i salari minimi", ha concluso Mellini.

Il rischio paventato era quello di un ribasso degli stipendi medi per garantire appunto la sussistenza dei salari minimi, come ha ricordato il PPD Agustoni.

Alcuni interventi personali:

Paolo Sanvido (favorevole) risponde a Eros Mellini: "Il collega Mellini mi ha messo in bocca cose che non ho detto. Quando ho detto che i salari ticinesi sono andati in Italia volevo dire che i salari ticinesi si sono abbassati a quelli della vicina penisola". E poi contro Savoia: "Ha la stessa colpa degli altri imprenditori".

Michela Delcò Petralli (favorevole): "Se nella storia dell'umanità nessuno avesse fatto da battistrada saremmo ancora dei trogloditi. Anche voi dell'UDC state facendo da battistrada con la vostra iniziativa 'Prima i nostri'".

 

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