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CANTONEIl SISA non parla in piazza: I Giovani socialisti si dichiariamo indignati

04.03.15 - 17:47
"Siamo convinti che gli organizzatori, presidente Lurati in primis, avrebbero potuto decidere in altro modo"
tipress
Il SISA non parla in piazza: I Giovani socialisti si dichiariamo indignati
"Siamo convinti che gli organizzatori, presidente Lurati in primis, avrebbero potuto decidere in altro modo"

BELLINZONA - Il SISA, il Sindacato Indipendente Studenti e Apprendisti, presente alla manifestazione indetta dal PS per la dignità del lavoro in Ticino, non ha avuto il tempo per poter esprimere dal palco la solidarietà ai lavoratori. Lo denunciano i Giovani socialisti con un comunicato della GISO: "Eravamo presenti in molti per dare un segnale forte. E il SISA c’era per parlare a nome di tutti quegli studenti e quegli apprendisti che troppo spesso subiscono soprusi ed ingiustizie. Ma non ha potuto parlare per “mancanza di tempo”. Senza entrare nelle motivazioni, siamo certi che anche se il tempo stringeva si poteva e si doveva dar voce ai giovani per i giovani. Per questo ci dichiariamo indignati e ci distanziamo fortemente da questa decisione. Siamo convinti che gli organizzatori, presidente Lurati in primis, avrebbero potuto, e dovuto, decidere in altro modo!".

La GISO (Gioventù Socialista) dunque ha inviato alle redazioni il discorso che avrebbe il SISA dovuto tenere in piazza. Lo pubblichiamo:

“Il Sindacato Indipendente degli studenti e Apprendisti (SISA) esprime solidarietà ai lavoratori toccati dai recenti peggioramenti salariali, attuati dal padronato con la scusa dell'abbandono del franco fisso.Forse alcuni di voi si chiederanno cosa c'entrano i giovani in formazione con tutto questo. Ebbene c'entriamo nel senso che il peggioramento salariale di oggi lo subiremo noi domani. Perché quando si colpisce in questo modo un settore lavorativo, in realtà si colpiscono tutti i settori. Poiché se riesce a giustificare il taglio a dei già molto modesti salari, si possono in seguito giustificare anche il taglio di tutti i restanti salari, con la solita scusa del ''sacrificio di tutti''. Quando in realtà si colpiscono solo le classi sociali più deboli!

Perciò vogliamo oggi ribadire l'importanza dell'unità nella lotta contro queste politiche anti-sociali, perché come appena spiegato in realtà siamo tutti sulla stessa barca. Una barca che a ben guardare sta sempre più andando a fondo in Occidente a livello politico ed economico. Questo a mio parere deve suonare come campanello d'allarme per chi da troppo tempo ormai fa un sindacalismo piegato sulle logiche concertative, forse troppo timoroso di disturbare i poteri forti e che vuole accontentarsi delle “briciole” del saccheggio del capitale nazionale e trans-nazionale. Ma in fase di crisi e declino economico, le “briciole” per tenere buoni e rassicurare/illudere chi da questo grande banchetto è escluso, vengono chiaramente a mancare e quindi come al solito ad essere chiamati alla cassa sono i salariati. Pertanto la prassi concertativa, della vittoria al ribasso, non potrà che far perdere (perdere un pochino meno, ma sempre perdere) le classi salariate sotto attacco da parte del padronato. Inoltre vogliamo ricordare come la base sociale sia oggigiorno più mai incapace di credere in un'alternativa dello stato di cose vigenti, perciò con questo modo di agire non si potrà che scoraggiare ulteriormente i salariati, compromettendone la già difficile mobilitazione per i propri diritti. Concludo ribadendo che solo grazie alla mobilitazione si potrà tendere verso un miglioramento progressivo della società,  perché come diceva un vecchio barbuto ; per chi sa ancora cogliere la citazione: i conflitti di classe sono il motore della storia.”

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