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CANTONE"È ora per una stagione di lotta per la dignità!"

20.02.15 - 14:17
Il Pop sostiene la mobilitazione del Ps per il 28 febbraio
"È ora per una stagione di lotta per la dignità!"
Il Pop sostiene la mobilitazione del Ps per il 28 febbraio

BELLINZONA - Il Pop (Partito operaio e popolare) segnala come nelle ultime settimane, da quando la Bns ha sbloccato il tasso di cambio, "Agie, Smb, Mes, Mikron, Ferriere Cattaneo, Exten, Micro Macinazione, Otto Trading e molte altre aziende hanno completamente scaricato ogni rischio aziendale sui lavoratori abbassando drasticamente i salari e aumentando le ore di lavoro".

Per loro, in sostanza, questa scelta aziendale sarebbe "un attacco generalizzato ai salari e alla dignità di chi lavora, che in queste scelte non può far valere nessun diritto democratico". "Il sistema capitalista - aggiunge il Pop in una nota - non garantisce nulla a chi lavora, anzi fa pagare la crisi a chi non ne è responsabile". 

Come unica conseguenza viene identificata la "lotta per i diritti e per cambiare profondamente la società". "Ieri - aggiunge il Pop - gli operai della Exten, alla quale va la nostra massima solidarietà, hanno dimostrato che si può riuscire a stare uniti ed hanno iniziato uno sciopero per contrastare l'avidità padronale. Gli operai delle altre aziende devono prendere esempio e unirsi alla lotta".

Per il Partito operaio e popolare il movimento sindacale deve quindi "aprire una stagione di lotta che coinvolga tutti i settori, con manifestazioni di piazza e scioperi generali. I partiti di sinistra devono essere il sostegno militante di queste lotte".

Il Pop aggiunge di essere "in prima linea" al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori, per cui sosterrà la mobilitazione lanciata dal Ps per sabato 28 febbraio. Con altre componenti della sinistra combattiva il Pop raggiungerà in corteo Piazza governo partendo dalla Stazione di Bellinzona alle 13.00.

Il Pop ritiene infine che la politica "debba farsi protagonista delle vicende economiche e quindi intervenire affinché il padronato garantisca i diritti". E conclude: "non si deve cedere ai ricatti della delocalizzazione e dei licenziamenti. Se dei manager vogliono portare la produzione in altri paesi lo Stato deve intervenire con investimenti pubblici, anche nel settore della grande industria, per tutelare l'occupazione e i diritti".

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