Manifestazione in piazza Governo il 28 febbraio contro chi vuole "di più, per meno"
BELLINZONA - "A questo punto passiamo direttamente alla schiavitù. Così almeno evitiamo l’ipocrisia di chiamarlo ancora “lavoro”. Perché ormai è talmente sottopagato e precario da non meritare nemmeno più questo nome. Mentre loro vengono pure a raccontarci che è a causa del franco e dell’euro".
Il Partito Socialista non usa mezze misure per condannare gli ormai frequenti casi di aziende ticinesi che annunciano riduzioni salariali (magari differenziati tra lavoratori residenti e frontalieri), tagli delle ferie e aumenti delle ore lavorative.
Le direzioni di queste imprese sono nel mirino: "La macelleria sociale non è colpa della loro incompetenza. Figuriamoci. Né è colpa dell’avidità di chi specula sul cambio e guadagna milioni solo spostando capitali da qui a lì, senza pagare un centesimo di tasse. No no". L'ironia del PS è amara: "Allora magari è colpa di chi non accetta più i ricatti umilianti? Vuoi vedere che la disoccupazione chi lavora in Ticino se la cerca, visto che poi i manager dai bonus stratosferici sono costretti, poverini, a delocalizzare in Slovacchia o nelle Filippine o chissà dove altro?"
È giunto il momento di passare dalle parole ai fatti, aggiunge il PS annunciando una manifestazione in piazza Governo a Bellinzona il 28 febbraio, alle 14. "Saremo lì per chiedere cinque semplici cose: la proibizione di tutte le misure a danno dei lavoratori, specie i salari in euro e le discriminazioni di genere; gli utili della BNS destinati all’assicurazione contro la disoccupazione e alla formazione; la diminuzione dei prezzi al consumo; una tassa sulle operazioni speculative sul cambio; il cambio bloccato a 1,15".
La manifestazione non sarà solo in piazza, ma anche sui social media, con l’hashtag #NOdipiùpermeno.