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CANTONE/SVIZZERAIl PSS accoglie le proposte dei ticinesi

14.02.15 - 16:13
È stato chiesto il divieto dei salari pagati in euro, la revisione della legge sui cartelli, una tassa sulla speculazione e un adeguamento dell’assicurazione contro la disoccupazione
Il PSS accoglie le proposte dei ticinesi
È stato chiesto il divieto dei salari pagati in euro, la revisione della legge sui cartelli, una tassa sulla speculazione e un adeguamento dell’assicurazione contro la disoccupazione

BELLINZONA/MARTIGNY - Nella giornata di sabato 14 febbraio, il PS Ticino ha presentato una risoluzione al Congresso del PS Svizzero a Martigny. È stata chiesta l’introduzione di misure urgenti: nello specifico, il divieto dei salari pagati in euro (e già si parla perfino di tassi di cambio ad arbitrio dei datori di lavoro), la revisione della legge sui cartelli che porti a una diminuzione dei prezzi al consumo, una tassa sulla speculazione e infine un rapido adeguamento dell’assicurazione contro la disoccupazione.

Tutto questo perché "il nostro Cantone subisce il forte dumping salariale, la precarizzazione del lavoro, la sostituzione dei lavoratori residenti con i frontalieri, la disoccupazione al di sopra della media svizzera. In queste condizioni, l’abbandono del cambio franco/euro fissato a 1.20 potrebbe rivelarsi il colpo di grazia per il mercato del lavoro ticinese. Oltretutto il Consiglio federale non sembra preoccuparsene. Mentre dalle associazioni degli imprenditori si manifesta l’intenzione di precarizzare, tagliare, perfino pagare in euro. Insomma, vogliono far pagare il conto a chi lavora".

Nei giorni scorsi il Partito Socialista Svizzero ha presentato le proprie proposte: un nuovo cambio bloccato a 1.15, la destinazione degli utili della Banca Nazionale per metà al rafforzamento dell’assicurazione disoccupazione e per metà alla formazione permanente delle persone senza lavoro, il rifiuto di tutte le misure dannose per chi lavora, come l’aumento degli orari, la riduzione dei salari, un’ulteriore flessibilizzazione, la precarizzazione e l’allentamento delle regole, e la diminuzione dei prezzi al consumo, come conseguenza dei costi minori per le merci di importazione di cui si può giovare la grande distribuzione commerciale.

"Dunque le richieste ticinesi sono state accolte - ha sorriso il PS Ticino - Ne siamo molto soddisfatti: significa che il Partito nazionale percepisce la condizione di malessere del Ticino, regione di frontiera che merita un’attenzione particolare".

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