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SVIZZERA / CANTONEAccordo fiscale con l'Italia, Bertoli e Sadis incontrano Widmer Schlumpf

30.01.15 - 15:44
"È un accordo positivo e molto importante soprattutto per la piazza finanziaria ticinese"
Foto Archivio Ti-Press
Accordo fiscale con l'Italia, Bertoli e Sadis incontrano Widmer Schlumpf
"È un accordo positivo e molto importante soprattutto per la piazza finanziaria ticinese"

BERNA - "Positivo e utile". Così il presidente del Consiglio di Stato ticinese Manuele Bertoli ha definito l'incontro avvenuto oggi a Berna tra la consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf e i rappresentanti dei governi di Ticino, Grigioni e Vallese per discutere del recente accordo raggiunto con l'Italia sul dossier fiscale. La consigliera di Stato Laura Sadis ha dal canto suo espresso soddisfazione per "la convergenza su come affrontare la traduzione del nuovo accordo".

Nel corso dell'incontro si è "discusso di tutto il pacchetto - presentato come pacchetto unitario - che comprende il protocollo sulla doppia imposizione" e "dei dettagli dell'accordo sui frontalieri", ha affermato Bertoli. "È un accordo positivo e molto importante soprattutto per la piazza finanziaria ticinese".

Riguardo all'accordo sui frontalieri è stato chiarito che, "più che di uno splitting, si tratta di una limitazione di imposta", ha precisato Bertoli: "a termine si tratterà di un'imposizione completa e ordinaria in Italia, con deduzione della parte svizzera al 70% (del totale dell'imposta normalmente prelevabile alla fonte, ndr). Per noi è una misura antidumping importante che nell'accordo attualmente in vigore non esiste".

Bertoli ha affermato di essersi fatto portavoce davanti alla Widmer-Schlumpf di tutte le questioni critiche che da sempre sono sul tappeto in Ticino. "Complessivamente - ha affermato il socialista - l'accordo rimane comunque migliore della situazione attuale e quindi è un passo avanti anche se tutti gli obiettivi prefissati nel periodo di negoziazione non sono stati raggiunti".

Nella trasformazione di questa "road map" in un accordo vero e proprio con i relativi articoli di legge questi dettagli dovranno essere definiti e "si spera ancora di fare dei passi avanti", ha detto Bertoli. "Come ticinesi - ha proseguito - non abbiamo intenzione di cedere né sulla questione del 70% né sul fatto che a termine si arriverà ad un'imposizione ordinaria in Italia".

L'altra questione rimasta aperta è quella del legame tra questo accordo e l'accordo di libera circolazione: "l'Italia ha fatto valere i trattati bilaterali, che legano la Svizzera all'Ue, ma anche lì ci sono anche delle vie d'uscita nel caso l'accordo di libera circolazione dovesse saltare", ha affermato il presidente del consiglio di Stato alludendo alle ripercussioni dell'accettazione popolare dell'iniziativa UDC contro l'immigrazione di massa.

"La questione dell'applicazione del 9 febbraio tiene in ostaggio tutto il sistema di legami tra la Svizzera e l'Unione europea e anche il meccanismo tra Svizzera e Italia sui frontalieri", ha proseguito, precisando che ci sono tuttavia delle "questioni tecniche che permettono anche in caso di caduta della libera circolazione di immaginare che l'accordo sui frontalieri possa essere perseguito". "È interesse dei due paesi mantenerlo in questa forma nuova piuttosto che in quella vecchia".

In conclusione Bertoli ha precisato che il canton Grigioni si allinea alla posizione del Ticino, anche se per loro la situazione non è proprio la stessa: Coira non è confrontata nella stessa misura di Bellinzona con la questione dei frontalieri e del dumping salariale.

Laura Sadis ha sottolineato con soddisfazione "la convergenza" emersa tra Berna e Ticino per quanto riguarda "la traduzione concreta del nuovo accordo tra i frontalieri".

Malgrado "l'incaponimento in Ticino a discutere solo sulla parte che non è ancora stata definita compiutamente, ovvero quella dell'accordo sull'imposizione del reddito dei frontalieri", resta "la valutazione positiva" sull'intesa con l'Italia, ha affermato. "L'accordo sui frontalieri comporta un evidente miglioramento rispetto alla situazione attuale".

Inoltre - ha aggiunto la radicale - "le ditte ticinesi non saranno più svantaggiate a partire dalla firma dell'accordo, poiché non saremo più su una lista nera che ci penalizzava molto rispetto al programma di autodenuncia italiano".

Riferendosi alle vive critiche sollevate in Ticino da alcuni ambienti sull'accordo sui frontalieri, la Sadis ha ricordato che - anche se si è in pieno clima elettorale - in politica bisogna "identificare gli eventuali problemi regionali" ma bisogna anche cercare soluzioni positive "invece di sfruttare il tema unicamente a scopi elettorali".

L'incontro odierno, durato circa un'ora, non rimarrà un caso isolato. In febbraio è infatti previsto un incontro tra Eveline Widmer-Schlumpf e la delegazione ticinese alle Camere per discutere della questione.

Ats

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