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CANTONE"Sospendere la richiesta di abrogazione dell'accordo sui frontalieri"

26.01.15 - 18:24
Lo chiede una delegazione del Gran Consiglio
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"Sospendere la richiesta di abrogazione dell'accordo sui frontalieri"
Lo chiede una delegazione del Gran Consiglio

BELLINZONA - Sospendere l'esame dell'iniziativa del Canton Ticino che chiede l'abrogazione dell'accordo sui frontalieri del 1974 nell'attesa che Italia e Svizzera presentino - entro quest'estate - una soluzione su questo aspetto, come prevede la "road map" negoziata tra Roma e Berna. È quanto ha chiesto una delegazione del Gran consiglio ticinese - Christian Vitta (PLR), Saverio Lurati (PS), Francesco Maggi (Verdi) e Maurizio Agustoni (PPD) - ricevuta oggi a Berna per un'audizione dalla Commissione dell'economia e dei tributi degli Stati (CET-S). Una decisione al riguardo è attesa per domani.

Le altre due iniziative - competenza cantonale per la fissazione dei contingenti e tetti massimi riguardanti i frontalieri e creazione di uno statuto speciale per il Ticino e altre regioni periferiche per mitigare le ricadute negative della libera circolazione - vanno mantenute.

Stando a Christian Vitta (PLR), il futuro dell'iniziativa cantonale sui frontalieri dipenderà dall'esito delle trattative con Roma. Qualora il risultato dovesse essere giudicato soddisfacente, ha precisato, l'iniziativa non avrebbe più ragion d'essere. In caso contrario, invece, verrà mantenuta.

La sospensione permetterà insomma di mantenere alta la pressione sul Consiglio federale nell'attesa di conoscere gli sviluppi della situazione, ha sostenuto il candidato del PLR alle elezioni per il rinnovo del Governo ticinese. L'iniziativa rappresenta uno strumento di azione in questo senso.

L'incontro di oggi nella capitale ha permesso inoltre alla CET-S di farsi un'idea più precisa dei problemi del Ticino, specie dopo la recente decisione della Banca nazionale svizzera di abolire la soglia minima franco-euro che "chiaramente mette ancora di più sotto pressione il nostro mercato del lavoro e la nostra economia", ha affermato Vitta.

Quanto alla forza di persuasione delle argomentazioni ticinesi, Vitta preferisce attendere il risultato del voto in seno alla commissione. In ogni caso, la presenza delle delegazione e le tre iniziative hanno suscitato un vivo interesse e molte domande, secondo il ticinese.

Anche Saverio Lurati non si è voluto sbilanciare circa il voto della commissione. Ciò che è importante, ha dichiarato all'ats il presidente del Partito socialista ticinese, è che c'è stata una "sensibilizzazione" della commissione. "Quando le persone si guardano negli occhi e discutono in maniera seria di problemi seri qualcosa rimane, magari non tutto, ma qualcosa si riesce portare a casa".

"Vista la situazione tesa in Ticino a livello economico e sociale, le iniziative cantonali ticinesi rimangono attuali e lo rimarranno anche fra cinque anni. Il problema del dumping salariale, della pressione sull'occupazione, dei padroncini e dei lavoratori distaccati li avremo ancora finché non ci sarà riequilibrio del mercato del lavoro a livello europeo", ha sottolineato.

Nel corso dell'incontro non si è discusso della Legge federale sugli orari di apertura dei negozi frutto di una mozione di Filippo Lombardi, attualmente all'esame della CET-S e su cui domani se ne dovrebbe sapere di più. In procedura di consultazione, praticamente solo il Ticino ha sostenuto la legge.

Secondo Lurati, tutto è possibile circa l'esito del voto in commissione su questa norma - che mira ad armonizzare gli orari dei negozi a livello nazionale facendo in modo che possano rimanere aperti in settimana dalle 06.00 alle 20.00 - specie dopo la decisione della BNS di abbandonare il tasso fisso con l'euro.

Ad ogni modo, per l'esponente del PS, il referendum contro questa legge è certo. "Sarà il popolo a doversi esprimere in ultima istanza".

Uno degli scopi della riforma, secondo il Consiglio federale, è lottare contro il turismo degli acquisti. Si teme che questo fenomeno, dopo la recente decisione della BNS, possa accentuarsi.

 

ats 

 

 

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