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CANTONE"Lavoratori, tornate nella vostra casa"

25.01.15 - 20:16
L'invito di Gianluca Bianchi, ex segretario del PC ed oggi membro del POP, Partito Operaio Popolare costituitosi oggi a Bellinzona
Foto Tipress / Francesca Agosta
"Lavoratori, tornate nella vostra casa"
L'invito di Gianluca Bianchi, ex segretario del PC ed oggi membro del POP, Partito Operaio Popolare costituitosi oggi a Bellinzona

BELLINZONA - Nella galassia dei partiti della sinistra, in Ticino è nata oggi una nuova formazione, il Partito Operaio Popolare (POP). Nel giorno di Syriza, il partito della sinistra radicale che ha stravinto le elezioni greche, Gianluca Bianchi e il segretario Leonardo Schmidt, un ex PC espulso per "frazionismo", si presentano all'elettorato rossoblù.

"Non vogliamo togliere il seggio a Pronzini" - Una formazione che ambisce a togliere l'unico seggio in parlamento alla sinistra alternativa, rappresentata dal trotzkista Matteo Pronzini? "No, noi non vogliamo in nessun modo togliere il seggio a Pronzini - risponde l'ex segretario del PC Gianluca Bianchi, raggiunto telefonicamente - la nostra speranza è di riportare a casa tutti quei lavoratori che oggi votano partiti borghesi come Lega, PLRT e PPD".

La falce e il martello - Già, la classe operaia. Oggi alla casa del Popolo a Bellinzona, in occasione dell'assemblea costituente, è stata appesa al muro una bandiera dell'ex Unione Sovietica. "La falce e martello resta indubbiamente un simbolo che, ancora oggi, rappresenta l'unità di tutti i lavoratori. E il nostro scopo è proprio quello di ritrovare l'unità perduta".

I governi devono innanzitutto fare politiche per la maggioranza della popolazione, non a favore della minoranza - Sì, perché per Bianchi il POP, "più che a pensare alle elezioni, vuole innanzitutto occuparsi della classe operaia e lavorare per la sua unità". Unità che, per ora, a livello politico, non si concretizza nell'alleanza con MPS e PC. "Vogliamo dapprima farci conoscere", ha detto oggi Bianchi riferendosi alla via solitaria del POP e alla lista che presenterà per il Gran Consiglio. "Non è il risultato elettorale a fare la differenza per i ceti meno abbienti. In questi anni il popolo è stato sconfitto su questioni fondamentali come il salario minimo, la cassa malati unica, per fare soltanto due esempi, anche perché la sinistra ha perso la sua caratteristica originale, ossia di rappresentare la classe operaia, ma soprattutto ha dimenticato l'importanza del protagonismo operaio nella vita sociale, nella politica e nei partiti. Gli operai non si sentono più rappresentati e le loro istanze vengono semplicemente ignorate. E ciò avviene perché, di base, stiamo assistendo sempre più ad una ridistribuzione della ricchezza che va a vantaggio di pochi, i ricchi, a scapito delle classi sociali che vivono soltanto del reddito da lavoro. Abbiamo avuto governi che, fino ad oggi, hanno tutelato e tutelano ancora gli interessi della minoranza e non quelli della maggioranza. E non a caso le politiche che potrebbero permettere di ridistribuire la ricchezza come il salario minimo, la cassa malati unica e sociale, i contratti collettivi, gli affitti sussidiati, le case popolari, ossia tutti quei provvedimenti che andrebbero ad incidere nella qualità della vita dei lavoratori, vengono sistematicamente bocciati o smantelllati".

"Negli anni 70 in quella fabbrica si guadagnava 1.000 franchi in più" - Bianchi, nel descrivere questo fenomeno globale, che si manifesta con evidenza anche in Ticino, porta un esempio che si basa sulla sua esperienza di sindacalista: "Per capire come si stia degradando la situazione operaia porto un esempio. Venerdì mi trovavo sul piazzale di una fabbrica delle Tre Valli. Tutte targhe ticinesi. Ma l'operaio che lavora oggi in quella fabbrica guadagna 1.000 franchi in meno rispetto agli anni '70. Questo è accaduto perché negli ultimi decenni sono state messe in atto tutta una serie di politiche che sono andate a smantellare i diritti e il valore del lavoro attraverso il lavoro interinale e il ricatto del tipo: se te ne vai tu, ne ho 1000 che aspettano fuori dalla porta a prendere il tuo posto".

La critica alla politica migratoria - E su questo ultimo aspetto Bianchi non manca di criticare la politica migratoria della Svizzera, "fatta su servizio dell'economia, che si basa su permessi deboli, che rende le persone ricattabili. Ci sono lavoratori che dopo il 9 febbraio, disoccupati, per paura di perdere il diritto al permesso di soggiorno, si propongono di lavorare gratis. Questa è una politica sbagliata, che va ad indebolire ancora una volta i lavoratori, mettendoli gli uni contro gli altri, in cui si conferma che la politica migratoria non l'ha mai fatta la sinistra, bensì la destra, che usa gli stranieri soltanto per soddisfare i bisogni dell'economia. Perché il 9 febbraio la stragrande maggioranza dei ticinesi non ha votato "sì" all'iniziativa UDC contro l'immigrazione di massa perché sono razzisti, ma semplicemente perché sono ormai in tanti ad avere a casa figli senza lavoro".

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