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CANTONEPer i socialisti, l'alternativa c'è. Per i Verdi l'unico padrone è il popolo

24.01.15 - 19:18
Il PS spera di riconquistare almeno due dei quattro seggi in Gran Consiglio persi nel 2011. I Verdi ambiscono a diventare forza di Governo e promettono di non tradire i loro valori
Foto Tipress
Per i socialisti, l'alternativa c'è. Per i Verdi l'unico padrone è il popolo
Il PS spera di riconquistare almeno due dei quattro seggi in Gran Consiglio persi nel 2011. I Verdi ambiscono a diventare forza di Governo e promettono di non tradire i loro valori

MENDRISIO - La sinistra governativa in Ticino corre da sola. Niente alleanze: né alla sua sinistra (MPS-PC-POP) né alla sua destra (Verdi).

Bertoli e la necessità di voltare pagina - In queste elezioni cantonali del 2015, il Partito Socialista si propone quale alternativa alle forze borghesi, in particolare alla Lega dei Ticinesi che, come ha detto Manuele Bertoli al Congresso del PS, tenutosi sabato al mercato coperto di Mendrisio, "ha vinto le elezioni del 2011 per aver promesso il cambiamento, ma ha poi fatto soltanto marketing politico". Il Consigliere di Stato uscente e tutto il PS ticinese auspica ora che, dopo aver premiato la Lega che prometteva la riduzione del numero di lavoratori frontalieri a beneficio della manodopera locale, l'elettorato ticinese dia una scossa in cui a prevalere siano le forze pronte a "riprendere la strada delle modernizzazioni nel solco delle vere tradizioni del nostro Cantone che comprendono la capacità di affrontare le sfide e le difficoltà con spirito di adattamento, voglia di fare e competenza".

Obiettivo 2015 - Gli obiettivi del Partito socialista ticinese sono due: riconquistare almeno due dei quattro seggi persi in parlamento nel 2011 e riconfermare in Consiglio di Stato Manuele Bertoli.

Il PS a fianco dei lavoratori e degli esclusi - Negli interventi dei candidati al Consiglio di Stato (Manuele Bertoli, Amalia Mirante, Ivo Dürisch, Henrik Bang e Tatiana Lurati Grassi), ma anche del presidente Saverio Lurati, a prevalere è stato il tema del lavoro e della necessità di impegnarsi, con ancora più convinzione, per trovare delle soluzioni che diano delle risposte alle fasce più deboli della popolazione ticinese, confrontate con disoccupazione ed esclusione sociale.

'Territorio e lavoratori svenduti' - Ivo Durisch, candidato che rappresenta il Mendrisiotto, territorio che più di tutti ha subito il nuovo corso economico, con l'insediamento di attività produttive che hanno snaturato il suo paesaggio e provocato un forte aumento del traffico veicolare, ha puntato il dito contro il mondo economico ticinese: "Il dilagare di capannoni con industrie a basso valore aggiunto ha portato al dilagare di stipendi da fame. Dumping salariale e precariato sono diventate le logiche imperanti e questo, non ci stancheremo mai di dirlo, non per colpa dei lavoratori ma per una scelta chiara di molti datori di lavoro. Quei datori di lavoro che così come non si sono assunti nessuna responsabilità ambientale, allo stesso modo 2.300 franchi al mese sono gli stipendi che troviamo sul territorio e, quando i contratti collettivi prevedono salari più alti, il rischio di abusi è alto".

"Basta piangersi addosso" - Il presidente Lurati ha esortato il popolo socialista e tutti i ticinesi "a smetterla di piangersi addosso e di dare sempre la colpa agli altri". Il Ticino, come detto, necessita di una scossa. Riusciranno i socialisti ticinesi a riscattare la sconfitta del 2011? Di certo il compito si presenta difficile, difficilissimo.

L'ambizione dei Verdi - Anche perché quest'anno si affaccia, con prepotenza, una forza politica di opposizione che si chiama "Verdi del Ticino". Un movimento che, trascinato dal suo leader carismatico, Sergio Savoia, ambisce a diventare una forza di Governo. Oggi alla biblioteca cantonale di Bellinzona i Verdi hanno ritrovato un'unità e una coesione che fa ben sperare gli ecologisti. Presente oggi anche Greta Gysin, l'esponente che lo scorso aprile aveva manifestato apertamente la sua "opposizione" alla linea politica di Savoia.

Il patto con i ticinesi - I cinque candidati al Consiglio di Stato (Tatiana Merlo, Maristella Patuzzi, Francesco Maggi, Franco Denti e Sergio Savoia) hanno firmato oggi il patto elettorale con il popolo ticinese. Tra gli ospiti si è visto anche il Consigliere di Stato Claudio Zali, molto ben visto dai Verdi nella sua politica volta a diminuire il numero di parcheggi sul territorio cantonale in funzione ecologista, ma anche letta in funzione antifrontaliera. Come ha spiegato alla radio Rsi Sergio Savoia, il patto, che fa venire in mente passati berlusconiani, "riguarda il comportamento del consigliere di Stato che deve tenere nella sua azione di governo". I Verdi promettono di mantenere i loro principi anche se dovessero diventare un partito di Governo. Al motto "Basta con i consiglieri di Stato che prima dicono una cosa e poi ne fanno un'altra", il coordinatore Sergio Savoia ha dichiarato che il Consigliere di Stato deve, innanzitutto, rispondere al popolo ticinese: "Eleggendo in governo un Verde - ha detto - gli elettori possono stare certi che egli non seguirà le lobby economiche e nemmeno la lunga mano dei sindacati. I Verdi hanno un padrone solo: il popolo ticinese".

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