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CANTONEAccordo fiscale, Zali e Gobbi pronti al blocco dei ristorni

16.01.15 - 17:47
Alla Lega non piace l’intesa italo svizzera sulla doppia imposizione
Accordo fiscale, Zali e Gobbi pronti al blocco dei ristorni
Alla Lega non piace l’intesa italo svizzera sulla doppia imposizione

BELLINZONA - Alla Lega dei Ticinesi l'accordo fiscale italo-svizzero, raggiunto dopo lunghi anni di trattative e rinvii, non piace per nulla e i suoi due ministri, Norman Gobbi e Claudio Zali "sono pronti a bloccare i ristorni il prossimo giugno”. Una misura, considerata “l'unica che smuove le acque tutelando gli interessi del Ticino e dei Ticinesi”.

Ad irritare i leghisti è, in particolare, la doppia imposizione e l'arrendevolezza della Confederazione nell'ambito dello scambio automatico di informazioni stipulata con l’Italia e l’OCSE.

Per quanto riguarda quest'ultimo punto, la piazza finanziaria ticinese, "già messa a dura prova dalla crisi economica", secondo i leghisti subirà ulteriori contraccolpi negativi. Colpevole di questa situazione sarebbe il Consiglio federale che, nei confronti del Ticino, avrebbe dimostrato “disinteresse”.

"L'esigenza di negoziare una nuova convenzione sulla doppia imposizione non è mai stata in discussione. Del resto, è proprio per merito del blocco dei ristorni  avvenuto nel 2011  grazie ai ministri leghisti Norman Gobbi e Marco Borradori, che fu possibile attivare le trattative per modificarla. In quell'occasione, il Consiglio di Stato indirizzò a Berna delle richieste ben precise circa gli obiettivi che andavano raggiunti alfine di salvaguardare gli interessi ticinesi obiettivi per altro ribaditi più volte".

La Lega rimprovera al Governo confederale di avere tralasciato le rivendicazioni espresse dal Canton Ticino. "I benefici del nuovo accordo sulla fiscalità dei frontalieri sono ben poca cosa. Come se non bastasse, il tutto è accompagnato da un'intimidatoria "clausola ghigliottina" secondo la quale, all'entrata in vigore dei contingenti votati il 9 febbraio 2014, si tornerebbe ad applicare l'attuale convenzione del 1974, rendendo così del tutto inutile il nuovo trattato. Oltrettutto, il rapporto giunge proprio all'indomani della “scellerata decisione della Banca nazionale di abbandonare il cambio minimo 1,20 con l'euro. Una misura che, oltre a danneggiare gravemente l'economia ticinese, aumenterà del 20% il valore della busta paga dei frontalieri già attivi in Ticino”.

 

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