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CANTONESavoia torna alla carica: "Ticino statuto speciale"

16.01.15 - 11:13
II coordinatore dei Verdi: "E' l'ultima spiaggia"
Savoia torna alla carica: "Ticino statuto speciale"
II coordinatore dei Verdi: "E' l'ultima spiaggia"

BELLINZONA - Il coordinatore dei Verdi ticinesi Sergio Savoia torna a chiedere la creazione di uno statuto speciale per il Ticino. La decisione della Banca Nazionale Svizzera di slegare il franco svizzero dall'euro ha suscitato forti reazioni dal mondo politico che chiede un intervento del Consiglio federale per tutelare i settori industriale e turistico svizzeri. Il Ticino, regione di confine maggiormente esposta alle fluttuazioni del cambio e dalla struttura economica più fragile rispetto ad altre zone di frontiera, potrebbe soffrire più di altri questa nuova situazione.

Sergio Savoia parla di "ultima spiaggia" e, attraverso internet, su Twitter, informa di essere al Consiglio degli Stati. Il coordinatore dei Verdi si rivolge alla deputazione ticinese alle camere, chiedendo sostegno, nonostante sia "un'idea dei Verdi".

La proposta del gruppo parlamentare dei Verdi di chiedere lo statuto speciale per il Ticino è stata accettata dal Gran consiglio lo scorso febbraio, pochi giorni dopo la votazione del 9 febbraio sull'iniziativa contro l'immigrazione di massa.

Allora si era registrata l'opposizione di PLR e PPD, che ritenevano ormai la richiesta superata dagli eventi, visto che gli svizzeri avevano accolto l'iniziativa UDC contro l'immigrazione di massa.

La stessa soluzione viene propostacnhe in merito al nuovo accordo sulla tassazione per i frontalieri fra Svizzera e Italia. "I Verdi del Ticino esprimono preoccupazione e sconcerto per l’accordo tra Svizzera e Italia sulla tassazione dei frontalieri. Per l’ennesima volta le legittime aspirazioni del Ticino sono frustrate. Secondo l'intesa - non ancora firmata - i frontalieri saranno tassati per il 70% in Svizzera con l'aliquota svizzera, e il 30% in Italia. Si guadagnerebbe l’8,8% rispetto al sistema in vigore attualmente (il ristorno attualmente equivale al 38,8% del totale raccolto con l’imposta alla fonte). Dopo tanto discutere, è poco più che un’elemosina. Inoltre la riforma dell'imposizione dei frontalieri preparata da Berna ci metterà ancora più sotto pressione. Finora i frontalieri venivano tassati con un moltiplicatore medio del 78%. La decisione del Gran consiglio di imporre un moltiplicatore al 100% è resa inattiva dalla riforma dell’imposizione che impone di tassare i frontalieri in base al moltiplicatore effettivo del comune dove lavorano. Visto che moltissimi frontalieri lavorano nei comuni industriali con moltiplicatore basso, questa decisione avrà un impatto ulteriore sul gettito".

La riform, spiegano, permette inoltre ai frontalieri di scegliere di anno in anno se essere tassati alla fonte o in "modo normale" con tutti gli sgravi che ne conseguono. E la verosimile riduzione ulteriore del gettito cantonale che ne consegue. Per non parlare dei costi aggiuntivi per l’accertamento (1,2 milioni di franchi secondo il governo). "Quanto rimane esattamente di quell'8,8% di “guadagno” rispetto alla situazione attuale? Dal 1974 il Ticino ha riversato oltre un miliardo in ristorni all’Italia per un accordo che è andato a profitto di tutto il sistema bancario elvetico. Ora il Ticino continuerà a pagare pegno per un nuovo accordo da cui trarrà profitto tutta la Svizzera. L'unico risultato di questa intesa con Roma è che abolendo i ristorni, si è tolta ai ticinesi l'unica arma che avevano per far pressione su Berna: il blocco dei ristorni".  

A fronte di questa situazione i Verdi ritengono che sia sempre più urgente discutere e approvare la proposta relativa allo statuto speciale, un cui primo passo importante sarà l’audizione di Francesco Maggi davanti alla Commissione dei Tributi del Consiglio degli Stati il prossimo 26 gennaio. Il gruppo chiede inoltre che l’accordo con l’Italia preveda almeno l’80 per cento di tassazione a favore del Ticino e chiedono che il governo blocchi i ristorni pendenti finché questo obbiettivo non sarà raggiunto.

Infine i Verdi chiedono che l’iniziativa “Salviamo il lavoro in Ticino”, unica proposta attualmente sul tavolo per difendere efficacemente i salari dei residenti a fronte del deprezzamento dell’euro sul franco, sia discussa rapidamente dal Gran Consiglio e portata davanti al popolo.

 

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