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LUGANOBorradori e la Lugano che sogna

19.12.14 - 16:49
Ad inizio anno si parlava di rischio fallimento. La notizia varcò i confini nazionali e Lugano fu paragonata a Detroit. Oggi, il comandante del transatlantico, è certo: "Ce la faremo"
Foto Tipress / Pablo Gianinazzi
Borradori e la Lugano che sogna
Ad inizio anno si parlava di rischio fallimento. La notizia varcò i confini nazionali e Lugano fu paragonata a Detroit. Oggi, il comandante del transatlantico, è certo: "Ce la faremo"

LUGANO - Forse in nessun paese come il Ticino e la Svizzera si riscontra un interesse mediatico così forte quando si parla di conti finanziari. E' indifferente che si parli del bilancio di UBS o di Nestlé o del Cantone Ticino. All'avvenimento viene sempre dedicato ampio spazio nella scaletta delle notizie. Venerdì mattina, nella sala del Consiglio Comunale di Lugano, il Municipio ha presentato i numeri dell’attesissimo preventivo 2015. Tantissime le telecamere, i fotografi, i giornalisti presenti. Si è parlato di numeri, di cifre che di solito scivolano via nel disinteresse generale dell'opinione pubblica. Per capire quanto sia sentito il difficile momento finanziario del Comune di Lugano, è bastato sentire il sindaco Marco Borradori. Oltre ad aver voluto ringraziare calorosamente tutti per lo sforzo straordinario svolto, il sindaco ha raccontato che ad esprimergli preoccupazione e comprensione del momento difficile sono stati i cittadini stessi incontrati nelle strade, nelle piazze e nei locali pubblici di Lugano.

Un anno fa il rischio fallimento - Questa volta il Municipio, il sindaco su tutti, ha voluto infondere ottimismo ai luganesi. Come fa il capitano di una nave, (o forse di un transatlantico), ha ripetuto pubblicamente: “Ce la faremo”, “abbiamo cambiato rotta”, “stiamo riemergendo e non stiamo per nulla affondando”. Toni completamente differenti rispetto all'anno scorso, quando il suo collega, Michele Foletti, parlò addirittura di “rischio fallimento”. Una dichiarazione forte, che finì addirittura sui giornali italiani. Il quotidiano La Repubblica paragonò Lugano a Detroit.

L'Educazione non si tocca - A più o meno 11 mesi di distanza i 30,5 milioni di deficit sono considerati una vittoria. “Allora il fallimento non era così lontano,  se non fossimo intervenuti”, ha ribadito oggi Foletti durante la conferenza stampa. Il responsabile del Dicastero Finanze ha un gran da fare per far quadrare i conti in una città che conta il più grande numero di persone in assistenza in Ticino, ben il 26% di tutto il Cantone. Una voce di spesa che, nei prossimo triennio, aumenterà del 5% all’anno. Tutti i Dicasteri sono stati chiamati a tagliare laddove si è potuto. “Ma nell’educazione non si è proceduto a tagli”, ha dichiarato il vicesindaco, Giovanna Masoni Brenni, che ha voluto evidenziare l’importanza della cultura quale elemento di investimento irrinunciabile per il futuro della comunità.

Non si assume più - E’ sotto il profilo del personale che Lugano non sarà più generosa come una volta. Di principio (ma ci possono essere eccezioni), il Comune ha intenzione di non assumere più nessuno e di non sostituire più i partenti.  

Uno spirito nuovo tra i municipali - Tuttavia Lugano guarda al futuro con ottimismo. Borradori ha parlato di un Municipio che ha progetti. Addirittura di una Lugano che "sogna". Un altro elemento di novità, che non tutti si immaginavano, è lo spirito di coesione instauratosi tra i sette municipali. Questa mattina, tutti presenti, si sono ringraziati a vicenda più volte, ribadendo l’importanza del risultato raggiunto, grazie al lavoro di squadra fatto durante questi ultimi due anni. Si è ormai arrivati a metà legislatura e i 30 milioni e mezzo di deficit vengono festeggiati come se fosse una vittoria. E le parole, per certi versi sorprendenti, ma significative, le ha proferite il vice-sindaco, che ha detto di aver “apprezzato molto, nonostante le discussioni, il lavoro svolto in questo municipio”. Giovanna Masoni-Brenni si è spinta più in là: “Il lavoro di metodo, impegno e confronto non era possibile farlo nella precedente legislatura. In quel momento e con quelle persone non ci siamo riusciti”. Oltre a fare autocritica, Masoni-Brenni ammette, in modo implicito, le differenti visioni esistenti ai tempi di Giuliano Bignasca, di Erasmo Pelli, di Giorgio Giudici.

Il rapporto Lugano - Cantone - “Il Municipio ha lavorato bene”, ha aggiunto il vice sindaco che ha colto l’occasione, questa mattina, di criticare l’atteggiamento di chiusura del Cantone nei confronti della città di Lugano. Il messaggio politico è forte. Il Municipio spera che da Bellinzona arrivino concessioni sull’onere al patto di solidarietà intercomunale. Se non vi sarà uno “sgravio transitorio degli oneri cantonali”, il Municipio, per rispettare il piano finanziario del 15-18, dovrà ritoccare del 2% il moltiplicatore dal 2017, portandolo dagli attuali 80 all'82%. Finora, da parte del Cantone, non vi è stata nessuna apertura. Un atteggiamento criticato soprattutto da Giovanna Masoni Brenni, che ha “scomodato” addirittura il grande Stefano Franscini per denunciare una peculiarità che contraddistingue il nostro Cantone: la litigiosità, la divisione. “Perché non aiutare un comune come Lugano, come si farebbe per altri comuni ed altre realtà in caso di difficoltà?”

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