Lo rileva una valutazione dei comportamenti di voto effettuata dal politologo Michael Hermann
BELLINZONA - In questa legislatura la deputazione ticinese al Consiglio nazionale è assai più di destra che in passato: lo rileva una valutazione dei comportamenti di voto effettuata dal politologo Michael Hermann, che mette anche in luce come i deputati romandi si confermino più di sinistra rispetto agli svizzero tedeschi, anche se all'interno dei partiti la differenza è andata diminuendo.
Stando all'analisi di Hermann, che ha valutato 930 votazioni al Nazionale e ha pubblicato oggi i risultati su "Neue Zürcher Zeitung" (NZZ) e "Le Temps", alla camera del popolo il parlamentare più a destra è Pirmin Schwander (UDC/SZ), che su una scala da -10 (sinistra) a +10 (destra) passando da zero (centro) ottiene un voto di 9,9. A sorpresa in seconda posizione si trova il presidente dell'UDC Toni Brunner (+9,6), che dalla sua elezione nel 1995 ha continuato a spostarsi su posizioni più conservatrici.
Sul fronte opposto si piazzano Carlo Sommaruga (PS/GE) e Susanne Leutenegger (PS/BL), entrambi con un valore di -9,4. Molto a sinistra nel PS è anche Marina Carobbio, accreditata di un rating di -8,6.
Fra gli otto deputati ticinesi Carobbio è però una mosca bianca: tutti gli altri sono più orientati al polo opposto, contrariamente a quanto avveniva in passato. In tal senso pesa il successo elettorale di Lega e UDC nel 2011, ma anche il posizionamento diverso del PPD, che con Marco Romano (0,7) e Fabio Regazzi (1,4) è chiaramente più a destra che con i predecessori Meinrado Robbiani (-2,4) e Chiara Simoneschi (-1,4).
In casa PLR Ignazio Cassis (2,3) è in linea con Giovanni Merlini (2,2), che ha sostituito quest'anno Fulvio Pelli (1,8). Nel gruppo UDC/Lega la posizione più di sinistra è assunta da Roberta Pantani (5,8), ma anche Lorenzo Quadri (7,2) e Pierre Rusconi (7,4) fanno parte della metà più "moderata" all'interno del gruppo.
Come media i deputati ticinesi presentano un dato di 2,3, valore che scende a 1,2 se si considerano tutti gli italofoni, aggiungendo quindi pure la socialista grigionese Silva Semadeni (-7,8). In entrambi i casi vi è stato comunque il sorpasso a destra degli svizzero tedeschi, che sono attestati a 0,5, mentre i romandi sono su posizioni di sinistra (-1,4).
Dall'inizio delle rilevazioni nel 1996 lo scarto fra le due principali regioni linguistiche - che si riflette anche nelle situazioni di Röstigraben che interessano le votazioni popolari - ha raggiunto il picco nel 2003, mentre è risultato minore nella scorsa legislatura. Ora sta tornando ad aumentare.
Questo mentre le posizioni all'interno dei singoli partiti si fanno più omogenee. Secondo Hermann notevole in tal senso è lo sviluppo avuto dal PS. Le lotte che avevano interessato in passato i romandi, su posizioni più battagliere, e gli svizzero tedeschi, più social-liberali, sono scomparse: gli svizzeri tedeschi hanno abbracciato le idee dei loro colleghi oltre Sarine.
Al contrario nell'UDC il centro egemonico è a est del paese e la gran parte dei i latini continua a far politica nell'ala a sinistra del partito. La formazione di Toni Brunner è comunque assai più omogenea di 20 anni or sono, puntualizza l'esperto.
Anche in casa PLR si nota un avvicinamento fra le posizioni dei singoli esponenti. Per Hermann in generale è in atto una "nazionalizzazione" del panorama politico. "Con lo spostamento dell'attenzione sul livello federale più elevato le caratteristiche regionali dei partiti vanno perdendo d'importanza", osserva.
ats