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CHIASSO"Qui non ci stupiamo più di niente"

07.11.13 - 17:27
Dopo l'aggressione che ha portato al ferimento di tre persone, di cui una in fin di vita, nel quartiere prevalgono l'indignazione ma anche tanta, troppa rassegnazione
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"Qui non ci stupiamo più di niente"
Dopo l'aggressione che ha portato al ferimento di tre persone, di cui una in fin di vita, nel quartiere prevalgono l'indignazione ma anche tanta, troppa rassegnazione

CHIASSO - Via Antonio Chiesa è stata teatro, oggi, di un fatto di sangue che non ha destato troppo scalpore tra i cittadini del popoloso quartiere chiassese. Nel sobborgo ai piedi della collina del Penz, questo pomeriggio è stato un via vai di ambulanze e auto della polizia che hanno rotto la quiete di una giornata novembrina insolitamente mite.

Dalle palazzine accanto al luogo dell'aggressione sono scesi in strada decine di inquilini per capire i motivi dell'intervento così massiccio da parte di soccorritori e agenti delle forze dell'ordine. Tra i cittadini del quartiere è l'indignazione a prevalere.

 

"È incredibile. Ma vi rendete conto che a chiamare la polizia sono stati gli operai del cantiere sotto la palazzina e non gli inquilini? - ha esclamato una signora di mezza età con accento straniero - quelli se vedono il morto fanno finta di niente e ci passano accanto", ha aggiunto. In effetti, a chiamare la polizia è stato un operaio che, durante i lavori di scavo, ha sentito il trambusto provenire dai piani alti della palazzina grigia di via Antonio Chiesa.

 

"Si sentivano urla provenire dal palazzo. Si è subito capito che si trattava di qualcosa di grave e abbiamo allarmato gli agenti, che sono arrivati praticamente subito". Al loro arrivo, l'aggressore si è costituito. Ha atteso gli agenti davanti la porta d'entrata.

 

Dalle informazioni raccolte sul posto, l'uomo avrebbe avuto degli screzi con i genitori della sua ex compagna. Questi, infatti, non accettavano che la loro figlia si apprestasse a riallacciare i rapporti con quell'uomo. I rapporti tesi tra il pretendente e i genitori pare che durassero da tempo e lui avrebbe già minacciato di rivolgersi alla polizia per risolvere la questione.

 

Oggi, non si sa cosa abbia fatto scattare la rabbia dell'uomo, che ha ridotto in fin di vita la madre della ragazza e ha provocato il ferimento grave del padre e ferite più leggere alla ex.

 

Nel quartiere sembra che nessuno conosca il protagonista e le vittime di questa vicenda. Lui dovrebbe essere un cuoco di 36 anni italiano residente oltralpe. La ex ragazza, invece, lavorerebbe in un supermercato del luganese come donna delle pulizie. Di origini umili, come tanti nel quartiere, abitato da ex ferrovieri delle FFS, operai, pensionati, provenienti da diversi paesi comunitari ed extracomunitari.

 

"In questo quartiere non ci si stupisce ormai più di niente.- ci dice un ex ferroviere, che esprime così la sua rassegnazione indicando i balconi con parabole satellitari - sono tre i palazzi problematici in questo isolato. Ci abitano prostitute e qui gira tanta droga. Ormai si sa. Cosa possiamo fare?".

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