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Versioni confuse quelle fornite ieri da un 39enne afghano che non hanno convinto la Corte
LUGANO - Le lacrime e una frase ripetuta più volte, "Ho quattro bambini", non sono bastate per l'imputato condannato ieri per aver costretto la nipote a un rapporto sessuale.
L'uomo, un 39enne afghano, ha negato e avanzato versioni confuse. Che la corte non ha ritenuto credibili, condannando l'imputato a 4 anni di carcere.
Tutto ha avuto inizio il 18 febbraio, quando uscita la moglie dal loro appartamento per accompagnare all'asilo il figlio, l'uomo prende la nipote 25enne, in visita da loro per alcuni giorni, la carica sulle spalle e la conduce sul letto matrimoniale per consumare la violenza. "Per il 20% la colpa è mia - ha provato a difendersi l'uomo -, avevo bevuto; mentre per l'80% la colpa è sua". L'imputato ha pure provato a giustificare l'atto sessuale come una vendetta familiare.
Una difesa davvero debole che è costata al 39enne 4 anni. Alla vittima, invece, è stato riconosciuto un indennizzo per torto morale di 10mila franchi.
