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LUGANOLe donne prima delle mimose

08.03.13 - 08:36
Nella Giornata internazionale della donna siamo partiti alla ricerca di impronte femminili nella storia del nostro Cantone
Foto d'archivio (Tipress)
Le donne prima delle mimose
Nella Giornata internazionale della donna siamo partiti alla ricerca di impronte femminili nella storia del nostro Cantone

LUGANO - Un’ardua impresa la nostra non tanto per la reperibilità di queste tracce quanto per la scelta delle personalità da mettere in luce, "sono davvero numerose le donne che hanno contribuito allo sviluppo sociale, culturale e politico della nostra comunità – spiega Susanna Castelletti, vicepresidente dell’Associazione archivi riuniti delle donne Ticino – da Alma Bacciarini e Marily Terribilini- Fluck, che hanno lottato per il diritto di voto e la parità reale e concreta tra i due sessi, a Marta Vinassa che con i suoi ruoli di infermiera pediatrica (fu direttrice del Lactarium e in seguito fondatrice del primo Nido d’Infanzia di Lugano), ha aiutato lo sviluppo della socialità e della cura dell’infanzia apportando un contributo notevole a quello che potremmo definire il lavoro di madre; o ancora Adriana Ramelli, prima donna ticinese a dirigere una Biblioteca Cantonale in Ticino (e a ottenere un’importante carica direttiva nel nostro Cantone), che ha influenzato lo sviluppo culturale della Svizzera italiana e diffuso l’immagine della donna letterata e in grado di mantenere posizioni dirigenziali a livello lavorativo".

Com’è cambiata la donna nell’arco di questo secolo?
"Con il diritto di voto, l’accesso all’istruzione, la liberazione della donna, la donna si è lentamente allontanata dagli stereoptipi che la vedevano unicamente come « angelo del focolare » e ha iniziato a determinare il proprio futuro. Chiaramente non senza conseguenze : ancora oggi le donne si scontrano con pregiudizi, ingiustizie salariali e difficoltà a conciliare lavoro e famiglia. Inoltre quella che noi definiamo la liberazione della donna si è purtroppo talvolta concretizzata in uno sfruttamento mediatico del corpo femminile. Se da un lato si è assistito a mutamenti strutturali importanti, dall’altro questi ultimi si scontrano ancora con la mentalità generale e con numerosi stereotipi davvero complessi da sradicare".

Quali donne stanno invece facendo oggi la storia?
"A mio modo di vedere, quelle che quotidianamente, anche nel loro piccolo, si battono per combattere l’ineguaglianza. Coloro che lavorano, spesso come volontarie, nelle associazioni femminili, coloro che aiutano le donne in difficoltà e si impegnano per denunciare e portare alla luce le discriminazioni ancora esistenti, coloro che credono ancora nella « sorellanza» e si impegnano affinché la storia e la cultura al femminile escano, una volta per tutte, dall’ombra. A titolo esemplificativo, anche perché se dovessiomo elencarle tutte non basterebbe un articolo, si potrebbe citare l’azione svoltasi in Piazza Dante a Lugano il 14 febbraio 2013, quando in occasione dell’iniziativa mondiale One Billion Rising è stata organizzata una danza collettiva (flashmob) per manifestare contro la violenza contro le donne. Solo in questo modo infatti, lavorando in modo costante e collaborativo (non solo tra donne ma anche con gli uomini, perché la parità, va ricordato, riguarda TUTTI) e soprattutto rendendo pubblico e attuale il dibattito si potrà, speriamo in tempi brevi, parlare davvero di parità dei diritti".


 

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