Condannato a otto mesi sospesi un suo complice
LUGANO - Dopo la condanna a 2 anni e mezzo nel febbraio del 2015, per il più grande giro d'auto rubate mai visto in Ticino (il processo "muscle car"), il comasco Mauro Favaro, oggi quarantaduenne, ci è ricaduto.
Stando alla procuratrice pubblica Raffaella Rigamonti, riferisce il CdT, Favaro avrebbe nuovamente commesso delle truffe nello stesso ambito, già nel periodo della condizionale. L'uomo avrebbe «ingannato con astuzia o tentato di ingannare» i titolari e i dipendenti di alcune società di autonoleggio (o concessionarie che vendevano le auto in leasing), «sottacendo che i veicoli presi a noleggio non sarebbero più stati riconsegnati», bensì rivenduti nell’Europa dell’est. L'opposto, insomma, di quanto accadeva con "muscle car", quando i veicoli noleggiati all’estero venivano immatricolati e poi venduti in Ticino).
Al momento sembrerebbero due i colpi messi a segno: uno a Balerna e uno a Chiasso. Un terzo tentativo di truffa sarebbe invece stato sventato dalla polizia cantonale a Grancia.
Favaro, ieri, avrebbe dovuto presentarsi in aula per il nuovo processo. Ma non si è fatto vedere. La giudice Rosa Item ha quindi convocato una nuova udienza in cui si procederà presumibilmente in contumacia. Questo anche se vi è la possibilità che il 42enne non si faccia trovare. Dovrebbe infatti scontare ancora una parte residua della prima condanna e, con la revoca della condizionale, rischia fino a 5 anni.
A processo si è invece presentato uno dei suoi complici, un italiano 43enne arrestato il 3 settembre del 2015 proprio durante il colpo fallito a Grancia. L'uomo è stato condannato a 8 mesi sospesi per ripetuta truffa (consumata e tentata) e appropriazione indebita. Il 43enne sottoscriveva i contratti di noleggio e pagava la garanzia per le vetture con denaro consegnatogli da Favaro. Davanti alla giudice ha affermato di aver accettato perché in difficoltà finanziaria.