Un bambino ticinese si è ferito durante una discesa con uno slittino estivo. Genitori e proprietari dell’infrastruttura hanno una visione diversa dell’incidente
NEUCHÂTEL - Guida temeraria e non rispetto delle regole di sicurezza o problema dell’infrastruttura e leggerezza del personale? È la domanda alla quale dovrà rispondere l’inchiesta della Polizia cantonale di Neuchâtel sull’incidente avvenuto sabato 12 agosto alla slittovia estiva di Vue-des-Alpes (NE).
Quel giorno, Matteo, un bambino ticinese di 12 anni che si trovava nella regione per un campus calcistico, si è lanciato attorno alle 16.30 sulla pista, lunga circa 700 metri, assieme a un amico. «Al momento di effettuare una frenata, lo slittino si è messo a derapare al posto di rallentare», raccontano “L’impartial” e “L’Express” nelle loro edizioni di martedì.
Se il suo amico se l’è cavata con qualche escoriazione, a Matteo è andata decisamente peggio: rottura del femore. Fortunatamente i due hanno avuto la prontezza di levarsi dalla pista e di non farsi investire dagli slittini partiti dopo di loro. Malgrado l’incidente, l’installazione non sarebbe infatti stata chiusa. Dopo aver ricevuto le prime cure sul posto, il 12enne è stato dapprima trasportato all’Ospedale di Neuchâtel, dopodiché è stato trasferito a Ginevra per subire un intervento chirurgico «urgente».
Ora, i genitori del bambino si chiedono come mai la pista non sia stata chiusa dopo l’incidente, rivelano i quotidiani neocastellani. Preferiscono però aspettare gli esiti dell’inchiesta prima di avanzare qualsiasi accusa. Da parte sua, il proprietario della slittovia declina qualsiasi responsabilità, anche se si dice dispiaciuto dell’incidente. Secondo lui, Matteo non avrebbe rispettato le consegne date agli avventori prima di ogni discesa.