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LOCARNOPrima gli incontri sessuali, poi la rapina alla Tamoil

24.03.17 - 08:13
Il processo sulla rapina alla pompa di benzina di Magadino ha portato alla luce risvolti umani e intimi finora sconosciuti
Rescue Media
Prima gli incontri sessuali, poi la rapina alla Tamoil
Il processo sulla rapina alla pompa di benzina di Magadino ha portato alla luce risvolti umani e intimi finora sconosciuti

LOCARNO - È attesa per oggi pomeriggio la sentenza sulla rapina alla Tamoil di Magadino avvenuta il 29 luglio dello scorso anno. Ieri alle Assise Criminali di Locarno si è svolto il processo che ha messo in luce risvolti umani fino ad ora sconosciuti.

Da una parte abbiamo l'autore della rapina a mano armata che ha ammesso i fatti. Dall'altra abbiamo l'ex gerente che secondo quanto ha dichiarato il rapinatore era d'accordo a farsi rapinare. La presunta vittima ovviamente nega tutto.

I due dunque si conoscevano. Anzi si frequentavano, a quanto pare anche intimamente. Si erano conosciuti all'area di sosta di Magadino, luogo di incontro tra omosessuali. Dopo diversi incontri ed entrati in confidenza i due avrebbero dunque deciso di inscenare la rapina. L'ex gerente nega anche di conoscere il rapinatore. È sposato e ha famiglia (ieri in aula c'erano anche la moglie e la figlia) e dai verbali si è presentato come «un uomo tutto casa e chiesa».

Sarà dunque un compito diffcile per la Corte, presieduta dal giudice Marco Villa e completata con i giudici a latere Fabrizio Monaci e Aurelio Facchi, riuscire a risolvere la matassa. Fu tutta una messinscena - come l'ha definita il procuratore pubblico Arturo Garzoni- oppure no?
Garzoni ha chiesto pene di 2 anni e 6 mesi (di cui almeno 10 mesi da espiare) per il rapinatore e di 20 mesi, tutti sospesi, per l’ex gerente. Oggi parlano le difese: Giorgia Maffei per il primo e Deborah Gobbi per il secondo.

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