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CONFINECondannato il terrorista che si allenava a Canobbio

14.02.17 - 10:57
Moutaharrik dovrà scontare sei anni di carcere, cinque per la moglie. L'avvocato: «Non ha mai detto di voler colpire il Vaticano»
Condannato il terrorista che si allenava a Canobbio
Moutaharrik dovrà scontare sei anni di carcere, cinque per la moglie. L'avvocato: «Non ha mai detto di voler colpire il Vaticano»

MILANO - Sei anni di carcere per Abderrahim Moutaharrik, il marocchino campione di kickboxing che si allenava a Canobbio e finito in carcere nell'aprile dello scorso anno con l'accusa di terrorismo internazionale per presunti legami con l'Isis, e 5 anni per sua moglie Salma Bencharki.

L'uomo «non avrebbe mai detto di volere colpire il Vaticano». Lo ha spiegato ai cronisti dopo il verdetto uno dei suoi legali, l'avvocato Sandro Clementi che lo difende assieme al collega Vittorio Platì.

«Ci sono dei riferimenti a una sua volontà di colpire Roma nove anni fa, mentre parla con un amico - ha aggiunto il difensore - ma intendendo che non bisogna continuare a fare quello che si fa. Si riferisce - ha chiarito - a una frase del 2009, e ne sta parlando con un amico nel 2015, quindi evidentemente è una vanteria con un amico detta in automobile, limitata a un passaggio velocissimo».

Per il legale, però, non c'è alcun «riferimento a colpire come atto di violenza, o ad attentati o tanto meno a colpire il Vaticano o Israele. Sono tutte estensioni non legittime di due frasi raccontate e riferite otto anni fa». La difesa ha già annunciato il ricorso in appello contro una sentenza che non ha nessun contenuto giuridico».

La difesa di Moutaharrik aveva spiegato, tra l'altro, nell'arringa che «non è stato provato e va provato anche in questo processo» che l'Isis sia una «organizzazione terroristica», e sul punto «non basta che sia inserita nella 'black list' internazionale, e in secondo luogo ci sono articoli nei quali si può leggere che il sedicente Stato islamico è un prodotto degli Usa».

Farà appello anche il legale Angela Ferravante, che assiste la moglie del kickboxer, anche lei condannata, così come andranno in appello anche gli altri due condannati, Wafa Koraichi, difesa da Francesco Paolo Schillaci, e Abderrahmane Khachia, assistito dall'avvocato Luca Bauccio. «Sono convinto che il mio assistito sia innocente - ha spiegato Bauccio - ma ora è giusto aspettare le motivazioni (tra 15 giorni, ndr) e l'appello».

 

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