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LUGANO«È un mentitore cronico e un manipolatore»

30.11.16 - 12:53
Chiesti 9 anni di carcere per il 47enne alla sbarra per almeno 133 abusi. La difesa si batte per una massiccia riduzione della pena
Foto d'archivio (Tipress)
«È un mentitore cronico e un manipolatore»
Chiesti 9 anni di carcere per il 47enne alla sbarra per almeno 133 abusi. La difesa si batte per una massiccia riduzione della pena

LUGANO – Una pena detentiva di 9 anni e il divieto di esercitare come allenatore o istruttore. È quanto chiede la procuratrice pubblica Chiara Borelli nei confronti del 47enne allenatore sportivo che da ieri è a processo per almeno 133 abusi su un quattordicenne. Davanti alla Corte delle Criminali di Locarno, riunita a Lugano e presieduta dal giudice Rosa Item, l’accusa afferma che «l’imputato ha sapientemente pianificato ogni sua mossa, si è mostrato per ciò che non era e ha sfruttato un fanciullo in maniera subdola». Il ragazzo era stato conquistato con regali costosi, viaggi e promesse. E in alcuni episodi gli era anche stato somministrato un farmaco sedativo ipnotico. «Questo per appagare la sua voglia di sesso».

E tutto ha inizio nel passato, quando il 47enne era già stato condannato due volte per aver agito con lo stesso modus operandi: «Da quelle esperienze aveva capito come affinare quegli strumenti meschini che già allora lo avevano attorniato di fanciulli».

Un risarcimento di 15'000 franchi - Anche da parte sua, l’avvocato Maria Galliani – rappresentante della vittima – definisce il 47enne come «un mentitore cronico e un manipolatore». E sottolinea che il ragazzo ha subito abusi «sia fisicamente sia nei sentimenti», avanzando una richiesta di risarcimento di 15'000 franchi.

La difesa: «Non è un mostro » - «L’imputato non è un mostro, non è un pedofilo, non ha agito mosso solo da egoismo e dalla voglia di soddisfare le proprie voglie sessuali». Così l’avvocato luganese Stefano Camponovo, difensore del 47enne, che nel suo intervento sottolinea: «Ha avuto un’amicizia vera nei confronti della vittima e ha voluto trasmettere affetto e amore, rovinando tutto». Per quanto riguarda il farmaco somministrato, il legale afferma inoltre che con questa modalità il 47enne voleva vincere «il suo senso di colpa». La difesa chiede quindi alla Corte, considerando una scemata imputabilità, una riduzione massiccia della pena e una misura terapeutica psichiatrica.

La sentenza sarà comunicata dopodomani, venerdì 2 dicembre, a partire dalle 16.

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