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LUGANOUn rapporto fatto di regali costosi e menzogne

29.11.16 - 12:31
Nel processo a porte chiuse per oltre 133 abusi su un minorenne la parola è passata all’imputato
Foto d'archivio (Tipress)
Un rapporto fatto di regali costosi e menzogne
Nel processo a porte chiuse per oltre 133 abusi su un minorenne la parola è passata all’imputato

LUGANO – Gli comprava capi d’abbigliamento di marca, chiedendogli di mentire alla madre: «Non dirle che te gli ho comprati io, dille che sono vestiti usati». In determinate occasioni gli dava anche «pochi franchi». La Corte delle Assise criminali di Locarno, riunita a Lugano e presieduta dal giudice Rosa Item, sta ricostruendo in aula il rapporto che si era instaurato tra l’imputato di 47 anni e il ragazzo – all’epoca quattordicenne – di cui aveva abusato almeno 133 volte tra aprile 2014 e maggio 2015.

Tra i due, come pure con la famiglia della vittima, c’era un rapporto di fiducia. Una fiducia che l’imputato, patrocinato dall'avvocato Stefano Camponovo, aveva conquistato spacciandosi per agente Interpol sotto copertura. «Sin da quando ero ragazzo – spiega il 47enne – le menzogne sono una parte della mia vita, il mio modo per sopravvivere». E proprio grazie alla fiducia, l’uomo aveva la possibilità di stare più tempo con il ragazzo.

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