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LUGANO«Non volevo uccidere, l’ho lasciata dopo pochi secondi»

24.11.16 - 12:08
Nel processo per il tentato strangolamento parlano gli imputati
Foto d'archivio (Tipress)
«Non volevo uccidere, l’ho lasciata dopo pochi secondi»
Nel processo per il tentato strangolamento parlano gli imputati

LUGANO - «Non volevo uccidere, volevo solo che smettesse di gridare». Il 25enne colombiano, alla sbarra alle Criminali di Lugano per il tentato strangolamento dell’ex compagna di 26 anni nell’appartamento di un’amica, ammette i fatti. Ma davanti alla Corte presieduta dal giudice Marco Villa, l’imputato contesta i verbali e precisa: «L’ho presa per il collo con forza, l’ho trascinata dal bagno alla stanza ma ho lasciato la presa dopo tre-quattro secondi». La donna, presente in aula sia come vittima sia come imputata (per la successiva fuga in auto con l’aggressore sul cofano), afferma: «In quel momento mi sono sentita in pericolo di morte, finché non è intervenuta la mia amica che mi ha liberata».

«Ero arrabbiato» - Era la notte del 7 aprile 2016, quando il 25enne aveva scoperto che la donna si trovava a casa di un’amica, mentre invece a lui aveva detto che sarebbe andata a cena dal padre. «Avevo la mente annebbiata dalla rabbia, mi sentivo preso in giro» afferma il colombiano in aula.

La donna: «Non avevo scelta» - Dopo aver rischiato lo strangolamento, la 26enne era riuscita a raggiungere la sua auto. Entrambi erano saliti sul mezzo, dove – secondo la versione della donna – il compagno l’avrebbe insultata e consumato della cocaina. Una volta che l’uomo era poi sceso dall’auto (non è chiaro se sia brevemente scesa anche lei), la 26enne aveva cercato di chiudersi dentro, invano poiché la porta del passeggero non era bloccata. Il colombiano si era piazzato sul cofano, ma lei era partita, arrivando anche a cinquanta chilometri orari. «Ero spaventata, pensavo di non avere altra scelta» spiega la donna, che per questo episodio è accusata di esposizione a pericolo della vita altrui. «Con il senno di poi, riconosco che avrei potuto suonare il clacson».

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