La brutta "avventura" capitata ad una giovane mamma mette in discussione la condotta non sempre impeccabile dei conducenti dei mezzi pubblici. La TPL: «Pochi casi isolati»
LUGANO - Se ne parla da tempo. Sui blog, su Facebook, sulla strada. Sui bus di Lugano sembra a volte di stare sulle montagne russe. Frenate improvvise e velocità eccessiva mettono a dura prova la pazienza dei viaggiatori. L'ultima segnalazione giunta in redazione è quella di una mamma 32enne che si trovava, con suo figlio di appena 2 anni, a bordo dell'autobus numero 5, quello che partendo da Viganello attraversa la Città di Lugano per raggiungere la zona di Lamone e Cadempino.
Una mattina all'apparenza tranquilla, simile a tante altre, almeno fino a quando non ha dovuto "fare i conti" con lo stile di guida del conducente. «Stavo salutando una coppia appena scesa alla fermata Santa Lucia, a Massagno, ed ero aggrappata. Il bus è ripartito e pochi istanti dopo ha frenato bruscamente» racconta V., spiegando come l'arresto improvviso del veicolo abbia fatto cadere lei e ribaltare all'indietro il passeggino, per fortuna senza conseguenze se non per «qualche livido ed un grosso spavento».
«Scuse? Macché!» - «So che vicino alla fermata ci sono delle strisce pedonali e spero che il conducente abbia inchiodato perché un pedone si è immesso sul passaggio all'ultimo istante» continua a raccontare V., precisando come in seguito il conducente non si sia nemmeno preoccupato delle sue condizioni. «Scusato? Macché, si è limitato a guardare nello specchietto e poi è ripartito. Mi sono dovuta arrangiare».
Viaggiando spesso sui mezzi pubblici, la giovane madre, che ha prontamente segnalato l'accaduto ai Trasporti Pubblici Luganesi, rivela di non essere nuova a questo genere di disavventure. «Ho trovato spesso autisti che corrono come matti» spiega, sottolineando come siano «molte le persone che si lamentano degli autisti», a volte infastiditi anche dal dover abbassare il bus quando viene prenotata la fermata mediante il pulsante blu (per le carrozzine, ndr.).
Casi isolati - Contattata da Tio, la TPL ridimensiona però la casistica. «Nel corso di un anno, indicativamente, ci vengono segnalati circa 30-35 casi», evidenzia Roberto Borioli, assistente d'esercizio dell'azienda luganese, spiegando come un buon 30% dei suddetti finisca per rivelarsi privo di reali fondamenti. Segnalazioni spesso «un po' "gonfiate" dall'agitazione emotiva del momento».
L'azienda è molto rigorosa nel verificare tutte le segnalazioni e nel prendere le dovute misure. «Le inchieste interne prevedono varie possibilità, a seconda della gravità del caso» spiega Borioli. Dopo aver segnalato il caso alla centrale operativa vengono effettuate le dovute verifiche, risalendo a tracciato e orario, ricorrendo se necessario alla videosorveglianza e convocando gli autisti per un colloquio.
Licenziamento? È già successo - Colloquio che costituisce pure la «prima fase» nello spettro delle misure disciplinari adottate e che nella maggioranza dei casi permette di risolvere la problematica. Qualora così non fosse, si «agisce con la formazione e l'istruzione, attraverso corsi specifici» che permettano ai conducenti di meglio interfacciarsi con l'utenza. Infine, se confrontata a situazioni di maggiore gravità, la TPL prevede una serie di misure che vanno dal «semplice richiamo, ad un richiamo di ordine maggiore fino, nei casi più estremi, alla possibilità di interruzione del rapporto di lavoro» precisa Borioli. Un'eventualità che, sebbene in pochi casi, «è già accaduta in passato».