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LUGANOLa difesa di Guimaraes: «Le manganellate per legittima difesa»

16.09.16 - 15:43
L’avvocato Deborah Gobbi ha chiesto il proscioglimento, sostenendo la tesi che il suo assistito abbia usato la violenza perché in pericolo di vita
Tipress
La difesa di Guimaraes: «Le manganellate per legittima difesa»
L’avvocato Deborah Gobbi ha chiesto il proscioglimento, sostenendo la tesi che il suo assistito abbia usato la violenza perché in pericolo di vita

LUGANO - Alberto Magno Inociencio  Guimaraes, l’italo-brasiliano che ha colpito con due manganellate la vittima del delitto di via Odescalchi, dovrebbe essere prosciolto. Lo sostiene la difesa sostenuta dall’avvocato Deborah Gobbi.

«Ti sei comportato come un signore» - La sera precedente al delitto, Berisha aveva già minacciato un albanese con la pistola. Dopo quel fatto, Guimaraes gli disse: «Ti sei comportato come un signore». Frase questa, secondo la difesa, fraintesa dalla procuratrice pubblica, che l’ha usata per disegnare il temperamento spregiudicato dell’imputato. Guimaraes, invece, sarebbe solito esprimersi in modo pittoresco, ma senza alcun intento maligno. Un linguaggio colorito che, secondo Deborah Gobbi, viene spesso frainteso. L’italo-brasiliano voleva semplicemente, ha spiegato la difesa, complimentarsi con Berisha per non aver usato violenza.

Prove video non decisive - Le immagini della video-sorveglianza, ha argomentato la difesa, non permettono una comprensione chiara di quanto è accaduto, vuoi per la definizione delle immagini, vuoi per il buio: «Gli imputati sono sicuri che il primo colpo di pistola sia stato sparato dalla vittima», ha detto Deborah Gobbi. L’inaffidabilità dei video sarebbe ulteriormente confermata dal fatto che non solo non si vede la pistola della vittima, ma nemmeno il bastone tattico dell’italo-brasiliano: «Se Guimaraes non avesse parlato del manganello, nel video non lo si sarebbe visto e non se ne sarebbe mai saputo niente».

Legittima difesa - Guimaraes aveva intuito fin da subito che vi fosse un'arma nella tracolla della vittima. E, quando il portoghese l’ha estratta, l’italo-brasiliano «ha cercato di disarmare la vittima con il manganello, a questo punto la vittima ha esploso un colpo», ha dichiarato l’avvocato Gobbi. Non lo avrebbe quindi picchiato per evitarne la fuga, bensì «per proteggere sé e i propri amici». Togliendo la pistola dalla tracolla, la vittima «ha mostrato segni concreti di pericolo per Guimaraes», sostiene l'avvocato, la cui tesi si appella alla legittima difesa.

I segni delle manganellate - La procuratrice pubblica Pamela Pedretti aveva sostenuto che i colpi di manganello erano riscontrabili sul lato sinistro del corpo della vittima, non sul braccio destro, dove la difesa sostiene tenesse la pistola. La difesa si oppone a questa tesi: anche sulla spalla destra vi sono dei segni, in particolare un’escoriazione. Questa potrebbe coprire i segni della manganellata. Il medico legale, ha affermato l’avvocato difensore, non ha escluso la possibilità di colpi di manganello sulla parte destra del corpo della vittima.

«Se non avesse colpito» - L’arringa difensiva si è anche concentrata su un’ipotesi: cosa sarebbe successo se Guimaraes non avesse colpito la vittima a manganellate? «Probabilmente oggi, sarebbe la vittima a essere qui imputata per lo stesso reato», ha risposto Gobbi: l’assassinio di uno o più degli attuali imputati.

Assoluzione - Anche per il quarto imputato viene quindi chiesta l’assoluzione dai reati di assassinio, da quelli di omissione di soccorso e altri reati. L’unico reato ammesso è la violazione alla legge federale sulle armi. «Una chiamata ai soccorsi sarebbe stata opportuna», ha detto l’avvocato. Ma, anche se l’ambulanza fosse arrivata, difficilmente si sarebbe potuta salvare la vittima, questo non rende quindi Guimaraes colpevole di omissione di soccorso. È stato anche chiesto un rimborso per la carcerazione ingiustamente subita di 200 franchi al giorno.

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