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CONFINEUccide la moglie mentre stanno per partire: «Ha sbagliato. Ma non è un mostro»

18.07.16 - 14:53
Parla la madre dell’uomo che, colto da un raptus, ha tolto la vita a Lorena Gisotti
Uccide la moglie mentre stanno per partire: «Ha sbagliato. Ma non è un mostro»
Parla la madre dell’uomo che, colto da un raptus, ha tolto la vita a Lorena Gisotti

LAVENO MOMBELLO - Stavano per partire per le vacanze. Poi qualcosa è andato stolto. Un raptus e un uomo uccide la moglie, a martellate. È avvenuto sabato a Laveno Mombello. La vittima è Lorena Gisotti, 54 anni. Lui, Roberto Scapolo, 46 anni, è stato arrestato dai carabinieri poco dopo. Si è consegnato di sua spontanea volontà.

«L’ho visto in caserma. Dai carabinieri. Piangeva come quando era piccolo. È disperato ha continuato a chiedere perdono. Lei lo aveva insultato anche quella mattina - racconta Rosita Colombo, madre del 46enne a La Provincia di Varese -. Mi detto: mamma ho visto tutto nero, non ho capito più niente. E ho visto il martello».

«Roberto e la moglie erano separati di fatto - spiega smentendo le voci secondo cui i due dovevano partire per le vacanze insieme -. Lui ha passato l’inverno a casa con noi e si era trovato un appartamentino a Samarate. Era felice, era pronto a ripartire. Non partivano per una vacanza insieme - precisa - avevano una casa vicino a Piombino. Roberto avrebbe dovuto accompagnarla, fare qualche lavoretto in casa, poi sarebbe tornato. Al mare lei sarebbe rimasta sola».

La donna difende il figlio. E spiega cosa, secondo lei, c'era di viziato nel rapporto tra Roberto e Lorena: «Era lei a tormentarlo. Lo chiamava in continuazione, gli mandava messaggi. I carabinieri hanno il cellulare di mio figlio, sanno tutto. Non sto in alcun modo giustificando mio figlio, capiamoci. Ha ucciso una persona e non c’è nessuna giustificazione per questo. Ma voglio che si sappia chi è Roberto: un uomo mite, che è stato portato oltre l’esasperazione».

A questa versione, e al fatto che le tre martellate siano frutto di un raptus, lo credono anche gli inquirenti.. «Anche quella mattina Roberto è stato insultato e umiliato», prosegue la donna psiegando che questo accadeva da ormai quasi 20 anni. «Ha iniziato ad insultarlo perché si era svegliato tardi. Roberto ha cercato di spiegare che aveva lavorato correndo in giro per tutta la settimana e che era stanco». Dagli insulti si sarebbe arrivati a «dammi le chiavi della macchina e i soldi. Parto da sola».

«Roberto mi ha detto: "Mi guardava con una faccia... a quel punto non ho capito più niente. Ho visto tutto nero”», prosegue la donna. «Poteva ripartire, si era liberato finalmente, se ne era andato. Perchè? Perché? Adesso restano due vite distrutte».

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