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RANCATE«Una ditta che ci riporta dritti in una realtà di fine ‘800»

10.05.16 - 11:18
Unia denuncia il caso della C.E.A. dove «gli operai si spaccano la schiena per una decina di euro l'ora»
«Una ditta che ci riporta dritti in una realtà di fine ‘800»
Unia denuncia il caso della C.E.A. dove «gli operai si spaccano la schiena per una decina di euro l'ora»

RANCATE - Uno «sfruttamento legale». È quanto Unia denuncia inserendo nella Black list il caso della C.E.A. Construction Eclairages Automobiles SA (C.E.A. SA) di Rancate. «Una ditta che non infrange nessuna legge, si limita a sfruttare fino in fondo i “vantaggi comparativi” offerti dalla piazza economica elvetica», sottolinea il sindacato.

La C.E.A. produce (e progetta) componenti per la sicurezza e l’illuminazione di trattori, rimorchi, camion, autovetture e veicoli industriali. Fra i suoi clienti annovera case automobilistiche come Renault e Volvo. A capo delle società c'è Mario Ferdinando Bellù, presidente, e Michele Bellù, delegato, residenti a Gentilino. Un'azienda, insomma, che - a quanto scrive il sindacato -, sembra andare molto bene, «a tal punto che hanno richiesto alla Segreteria di Stato all’Economia (SECO) il permesso per il lavoro notturno fino a fine maggio 2017, potendo così organizzare la produzione su ben 3 turni». È dal almeno il 1996 che la ditta richiede tale permesso, «segno che gli affari vanno a gonfie vele», insinua Unia.

«Spaccarsi la schiena per una decina di euro l’ora» - Per quanto riguarda la C.E.A. il sindacato spiega di avere notato una tendenza «preoccupante e in continua (negativa) evoluzione». In primis dal punto di vista salariale: se fino al 1 gennaio 2015, la ditta offriva (per la funzione di operaia) 11,70 franchi lordi che diventavano 12,10 dopo il periodo di prova, successivamente, «approfittando della fine della soglia minima del cambio», il salario è passato in euro e diventato di 10,10 euro l'ora.

«Un furto - segnala Unia -, come è stato sanzionato in una recente decisione della Camera civile dei reclami del Tribunale d’Appello. Se calcoliamo che il tasso medio del 2015 è stato dello 0,941 (calcolato al 28 di ogni mese), il salario orario delle nostre operaie sarebbe stato di 2’152,40 euro e non 1907. Una differenza non disprezzabile di 245 € mensili».

Per le operaie assunte a partire da queste data, inoltre, il salario orario è stato portato a 11 euro lordi l’ora. Un aumento? Non sembrerebbe visto che, come segnala il sindacato, da un contratto firmato a novembre 2015 spariscono la tredicesima mensilità e l’assicurazione collettiva aziendale contro la perdita di salario in caso di malattia.

Il sistema della "scala bernese" - La neoassunta è sottoposta al sistema “della scala bernese”, che però non si applica ai rapporti di lavoro di una durata inferiore ai 3 mesi. «I padroni Bellù non devono pagare un franco di salario per malattia alle loro operaie e ai loro operai con contratti di durata determinata non superiore ai 3 mesi», sottolinea Unia. Ma non ci sarebbe vita facile nemmeno per un contratto più lungo. Per un rapporto di lavoro la cui durata si colloca fra i 3 e i 12 mesi, il padrone deve garantire il pagamento del salario per al massimo 3 settimane, contro un massimo di 720 giorni compresi nell’arco di 900 giorni consecutivi nel caso di un’assicurazione malattia collettiva.

«Andiamo avanti così?» - Unia punta il dito contro un Mendrisiotto «fortemente colonizzato da questo genere d’imprese che vivono e prosperano solo succhiando letteralmente il sangue a una forza lavoro frontaliera resa ancora più precaria dalla crisi economica che sferza l’Italia da ormai troppo tempo».

Il sindacato si rivolge infine all’onorevole Christian Vitta chiedendogli di esprimersi sul caso concreto appena esposto: «come si fa a coniugare sviluppo economico, progresso sociale, creazione di posti di lavoro interessanti, responsabilità sociale delle imprese, con un’impresa come la C.E.A. SA che ci riporta dritti dritti in una realtà di fine ‘800?».

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COMMENTI
 

ziopecora 7 anni fa su tio
la politica ha deciso di rendere la zona di confine una terra promessa per aziende di questo genere, senza valore aggiunto e che non portano nulla al Ticino. Gli addetti ai lavori conoscono queste situazioni da un buon ventennio. A guadagnarci solo i fiduciari e gli avvocati al servizio di questi pseudo imprenditori. Fiduciari ed avvocati che vanno poi a militare in partiti che spaziano dal $ocialismo alla Lega.

comp61 7 anni fa su tio
GRANDI!!! Dai Bellù c`è solo da imparare!!!! Immagino che arrivate a poche centinaia di franchi dalla soglia minima per dare il 2°pil. Furbi e scaltri da buoni Italiani!!! Grazie che ci insegnate come si fa impresa e a essere imprenditori qui in Ticino!!!!! Grazie a i nostri politici che attirate questi imprenditori che fanno businnes e portano benessere a molti!!! Sono commosso!!!! Vi posso mandare il CV????

bobà 7 anni fa su tio
... con i quali nessun residente riesce a sopravvivere. I frontalieri si! Sia ben inteso, non è colpa del frontaliere, A volte nemmeno colpa del datore di lavoro (in questo caso però la cosa mi sembra evidente) Ma del politico che non mette dei paletti. Ma poi se si mettono dei paletti, si viene tacciati da xenofobo o da comunisti a secondo da che parte pende il paletto

bm51 7 anni fa su tio
Chissà cosa è girato sottobanco per avere l'appoggio. Mah. I papponi sono sempre quelli, abuon intenditor.....

madras 7 anni fa su tio
E sigg. Bell?u fanno la vita da nababi sulle spalle dei frontalieri. Via fuori dalla Svizzera queste ditte che sfruttano solo il marchio made Suisse.

driver1973 7 anni fa su tio
Risposta a madras
Del marchio made in Suisse non frega niente a nessuno a meno che non siano orologi. Interessa soltanto pagare meno tasse. Tassate le imprese come si dovrebbe e così ognuno sta a casa sua

roma 7 anni fa su tio
benvenuta impresa ...chissà quale avvocato gli prepara i documenti a questa ditta?

Lore62 7 anni fa su tio
Ci sono queste realtà e le istituzioni stanno a guardare perchè FANNO COMODO, e soprattutto non VOGLIONO mettere a posto le cose... Avanti cosi...

Cleofe 7 anni fa su tio
chiudere. e tutti a casa a mangiar patate.

tazmaniac 7 anni fa su tio
Carissimi dell'UNIA, siete voi quelli favorevoli a tutto ciò e ora vi scandalizzate?? Ridicoli buffoni! Svegliatevi voi che è quasi ora di scendere dal pero....

Webster 7 anni fa su tio
grazie anche a UNIA e OCST sempre stati favorevoli alla libera circolazione! Ipocriti

SosPettOso 7 anni fa su tio
Risposta a Webster
Questi problemi non sono dovuti alla libera circolazione ma alla scarsa protezione di chi lavora ed alla mancanza pressoché totale di controllo delle poche regole esistenti. PS1: qui non si dice quanti siano in totale i lavoratori di questa ditta, ma è ovvio che tutti questi lavoratori muniti di permesso farebbero i salti mortali pur di "entrare altrove" con condizioni anche solo leggermente migliori creando di fatto dumping "a valanga" in tutta la regione. PS2: Se la parte di imposte alla fonte che va ai comuni venisse dirottata altrove (cantone, perequazione comunale,...), i comuni che ospitano questi schiavisti si vedrebbero costretti a fargli pagare qualche imposta e non ne accoglierebbero di nuovi con sgravi fiscali a go-go

MIM 7 anni fa su tio
Risposta a SosPettOso
Le regole sono saltate proprio con la libera circolazione, e i sindacati spingevano in tal senso. Io mi ricordo molto bene cosa dicevano: "è il primo passo, poi metteremo le regole... chi vota contro è chiuso mentalmente, un ottuso". Ora ai posteri l'ardua sentenza (ah... i posteri in questo caso siamo noi nèh)

SosPettOso 7 anni fa su tio
Risposta a MIM
Le regole che dovrebbero tutelare i lavoratori da noi non sono mai esistite. In Italia da questo lato stanno meglio che da noi. I sindacati (e la sinistra tutta in generale) hanno spinto per i bilaterali convinti che poi si sarebbero adottate le misure accompagnatorie. Il padronato (destra in generale) ha accettato volentieri il regalo ed ha sempre ostacolato l'adozione di qualsiasi regola/limite/... Ogni tanto l'UDC e/o la Lega (destra in generale) lanciano qualche iniziativa come quella del 9 febbraio per pasturare l'elettorato ma poi al momento di metterla in atto ..

MIM 7 anni fa su tio
Risposta a SosPettOso
Non è vero, le regole c'erano. Un esempio su tutti: per ottenere un permesso G avevi un salario da rispettare (media della zona) e certificare che non avevi trovato mano d'opera indigena. Solo questo dovrebbe far capire perché oggi ci troviamo in questa deleteria situazione.

GI 7 anni fa su tio
Risposta a SosPettOso
elettorato che ci casca sempre.....

mariposa 7 anni fa su tio
Risposta a MIM
ma lo sai quante ditte davano in mano alle agenzie la ricerca di personale e facewano finta di non trovare del personale indigeno? Il tutto era già allora sotto gli occhi di tutti. C'era più controllo, è vero, ma anche allora esistevano i padroni "furbi" che, attraverso le fiduciarie facevano attestare di non avere trovato personale indigeno! Il problema è che ora il tutto è diventato una giungla e chi ne patisce sappiamo chi è (di certo non i proprietari d'imprese)

MIM 7 anni fa su tio
Risposta a mariposa
Non importa, anche le agenzie interinali dovevano pagare un giusto salario. Questo controllo non esiste più dall'entrata in vigore della libera circolazione. Se prima un frontaliere doveva essere pagato come un ticinese, ora non non è più così. Come fate a non vedere la semplicità del problema? I bilaterali senza regole erano da bocciare e basta. Ora che i sindacati urlano allo scandalo, si dimostrano più stonati del raglio di un asino.

mariposa 7 anni fa su tio
Risposta a MIM
io non li volevo i bilaterali.. era chiaro che tutto andava a finire così....

SosPettOso 7 anni fa su tio
Risposta a MIM
Scritto nel primo post.Questi problemi non sono dovuti alla libera circolazione ma alla scarsa protezione di chi lavora ed alla mancanza pressoché totale di controllo delle poche regole esistenti.La sinistra, allora, è stata colpevole di ingenuità. è però la destra che ancor oggi rifiuta l'introduzione di ogni misura attuabile (CCL/CNL/..., aumento degli ispettori del lavoro,..).

MIM 7 anni fa su tio
Risposta a SosPettOso
Credere nell'ingenuità dei sindacati è da ingenui, consentimelo. Hanno guardato solo ai loro interessi: gli affiliati sono aumentati in modo esponenziale. I primi sintomi li avevo notati quando i sindacati ticinesi andavano a protestare insieme a quelli italiani in quel di Gandria (prima della votazione!). La destra era ovvio che si sarebbe opposta e questo i sindacati lo sapevano bene. Non difendo la destra ma l'ipocrisia della sinistra mi urta. Tutto qua :-)

MIM 7 anni fa su tio
Risposta a mariposa
esatto :-)

Tato50 7 anni fa su tio
Non c'è limite al peggio ;-((

GroundZero 7 anni fa su tio
Potete fare i complimenti al PLR, al PPD, all'UDC, nonché alla LEGA, visto che nessuno di loro agisce concretamente per fermare il dumping salariale in Ticino. p.s. non rispondete dandomi del "sinistroide" perché non ci azzeccate :)

GI 7 anni fa su tio
Bellù.....patrizi di Corippo.....thié

Kama 7 anni fa su tio
Risposta a GI
Esatto....ci stupiamo ancora?

mariposa 7 anni fa su tio
non capisco perchè solo ora si parla della CEA, sono ANNI che si comportano così e comunque non è solo la CEA, lo sanno tutti. Poi, solo quando qualcuno ne parla si urla allo scandalo. L'ipocrisia è anche questo. Bisognerebbe dare sanzioni a questi datori di lavoro. Perchè sono loro che rovinano il mercato

gmogi 7 anni fa su tio
Bla Bla bla bla.....e poi?

mariposa 7 anni fa su tio
Risposta a gmogi
infatti.. tanto bla bla ma poi NESSUNO fa niente, e con NESSUNO intendo quelli che potrebbero fare qualcosa..... che schifo....
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