L’azienda agricola Arcioni, al centro di una lunga polemica, è “parcheggiata” in una stalla provvisoria. Ora potrebbe risorgere grazie a una raccolta fondi online
BOSCO GURIN - La sua storia nel 2014 aveva riempito le pagine di cronaca dei giornali ticinesi. Uno sfratto, quello dell’azienda agricola Arcioni di Bosco Gurin, che aveva commosso l’intera Svizzera. Qualche pasticcio edile commesso dalla famiglia Arcioni, l’eccessiva fiscalità da parte del proprietario del terreno. E la bomba che scoppia. Le cento bestie degli Arcioni adesso sono “parcheggiate” in una stalla provvisoria. E l’azienda agricola potrebbe risorgere grazie a una raccolta fondi online. «Ho lanciato la nostra idea su “progettiamo.ch”, un sito che si occupa di crowdfunding in Ticino. Io ci credo. Dopo tutto l’agricoltura è un investimento per la collettività».
Un marchio “nazionale” - Non ci sta a fare la parte di quello che chiede l’elemosina, Michele. Classe 1981, padre di quattro bambini, il giovane contadino produce formaggi, di capra e di mucca, che portano il nome della Vallemaggia in tutta la Svizzera. «Non solo. Con la nostra attività, teniamo anche pulito il paesaggio, i terreni del patriziato ad esempio. Per la gente del posto e per il turista. L’agricoltura non è mai solo una questione individuale, è un messaggio che vorrei fare passare».
Guerra di nervi - Michele ci prova. Tenta di coronare il suo sogno. «Abbiamo dovuto lasciare la nostra vecchia stalla a luglio del 2014. È stata una guerra di nervi, andata per vie legali. La gente della valle però ci ha dato una grossa mano, c’è stata solidarietà. E io sono riconoscente a queste persone. I miei animali adesso stanno in una stalla vecchia di 100 anni. Va bene come soluzione provvisoria. Per il futuro però serve altro».
Un grosso investimento - E l’investimento da fare per la nuova azienda agricola è corposo. Il costo dell’opera si aggira attorno ai 2 milioni e 400mila franchi. Considerati i sussidi, le donazioni di alcuni sostenitori e la partecipazione personale dello stesso Michele, mancano ancora circa 30.000 franchi. «Spero nel web e nelle persone che hanno a cuore l'agricoltura ticinese».
Formaggio personalizzato - Il sogno del contadino 35enne era quello di inaugurare l’azienda nel giro di un anno. «Non ce la faremo perché, una volta trovati i fondi, l’incarto dovrà comunque passare ancora da Berna e dal Gran Consiglio. Forse sarà per il 2017. Chissà. In ogni caso i donatori potranno ricevere una forma di formaggio personalizzata, con il proprio nome. Un’idea simpatica per dire “grazie” in un modo originale».