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CANTONE«Non accettiamo lezioni di finta moralità»

27.04.16 - 16:29
ProCrea si difende dalle accuse di HLI svizzera: «Noi non discriminiamo chi vuole avere un figlio sano o gli omosessuali»
«Non accettiamo lezioni di finta moralità»
ProCrea si difende dalle accuse di HLI svizzera: «Noi non discriminiamo chi vuole avere un figlio sano o gli omosessuali»

LUGANO - Alla lettera-esposto presentata al medico cantonale dalla sezione svizzera della Human Life International, associazione statunitense di stampo cattolico, arriva senza farsi troppo attendere la replica di ProCrea che non esita a parlare di «un chiaro attacco a chi ha fatto della trasparenza un dato di fatto».

Il noto centro di fecondazione assistita di Lugano assicura di ricevere regolari controlli del medico cantonale «che applica in modo corretto e severo le leggi in vigore». ProCrea sottolinea di far parte anche di FIVNAT, che raccoglie e analizza i dati inoltrati dai centri che praticano la tecnica di riproduzione assistita, e assicura di mettere a disposizione tutti di dati richiesti a fini statistici.

Per il Centro, insomma, quella di HLI svizzera è «una strumentalizzazione palese volta ad influenzare la votazione del prossimo 5 giugno proprio sulla diagnosi preimpianto».

ProCrea, che assicura di agire nel pieno rispetto della legge, precisa quindi: «non siamo davanti ad embrioni, ma a zigoti. Una differenza sostanziale quanto evidente per chi si occupa di Medicina della riproduzione. Prima dell’annidamento dell’ovulo nella parete uterina, si parla di ovulo fecondato o di zigote. Lo stadio seguente è quello dell’embrione (fino a 8 o 10 settimane dopo la fecondazione). Al di là, si parla di un feto. La legge svizzera impone la conservazione degli ovuli fecondati (zigoti) fino ad un tempo massimo di 5 anni. Oltre, viene richiesta la distruzione, fatto salvi casi eccezionali che ProCrea ha sempre sottoposto al vaglio del medico cantonale».

«Il ricorso alla diagnosi pre-impianto, che analizza i globuli polari, è una strada legittima e possibile per agevolare il successo di un trattamento di procreazione assistita evitando alla donna iter dolorosi e complessi», viene quindi spiegato. ProCrea parla pure  dell’ovodonazione. «Avviene in Italia, dove questa pratica è consentita, per garantire la qualità dei nostri professionisti e non costringere le coppie svizzere a rivolgersi a strutture lontane, nell’Est Europa o in Spagna per esempio».

ProCrea rispedisce quindi tutte le accuse al mittente. «Non accettiamo lezioni di finta moralità da chi fa delle sue credenze uno strumento politico e che discrimina fasce di popolazione come quelle che desiderano avere un figlio sano o gli omosessuali. Riteniamo che ogni forma di estremismo sia sinonimo di una cecità che conduce, anche a fronte di un’assenza di argomentazioni, ad attacchi fuori luogo nei confronti delle quali risponderemo in modo adeguato nelle sedi legali opportune».

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