L'Aula della Camera italiana ha approvato due mozioni ed è pronta a introdurre modifiche
ROMA - Sì bipartisan e sostanzialmente unanime dell'Aula della Camera italiana ai dispositivi delle mozioni sulle iniziative in favore dei lavoratori frontalieri alla luce del recente accordo sottoscritto dall'Italia con la Svizzera.
In particolare, il governo italiano dovrà "assumere iniziative per prevedere che nel nuovo regime fiscale vengano puntualmente disciplinati i ristorni deifrontalieri verso i comuni di residenza, con certezza dell'ammontare dei ristorni e delle modalità di distribuzione, al fine di salvaguardare i comuni di frontiera e garantire che l'attuale gettito non sia messo in discussione".
Il governo italiano risulta, quindi impegnato "ad assumere iniziative per stabilire, tramite accordi di programma definiti dai territori di confine interessati che parte della tassazione sia vincolata per il progresso socio-economico e lo sviluppo delle infrastrutture strategiche delle rispettive nazioni; ad assumere iniziative per garantire che il nuovo sistema fiscale una volta a regime comporti per i lavoratori italiani frontalieri in Svizzera una tassazione simile a quella previgente al rinnovo della Convenzione; a prevedere lo sblocco da parte dell'INPS dei fondi per il finanziamento della legge sui trattamenti di disoccupazione per i frontalieri; a prevedere nell'ambito del disegno di legge di ratifica il perfezionamento di accordi di interscambio scolastico e formativo per i giovani delle zone di confine".
Infine, il governo italiano dovrà "sospendere l'applicazione della norma sulle spese mediche, ricordando come questa, oltre ad un ulteriore aggravio impositivo per i lavoratori, porterebbe ad una disparità di trattamento tra i frontalieri che già lavorano in Ticino rispetto ai nuovi frontalieri, per i quali le casse malati svizzere saranno da oggi un'opzione più interessante".
E proprio sui costi sanitari è intervenuto il Gruppo consiliare del Partito Democratico in Regione Lombardi: “I lavoratori frontalieri appartengono al Sistema sanitario nazionale come tutti gli altri lavoratori italiani: lo ha detto oggi, alla Camera, Luigi Casero, viceministro dell’Economia e delle finanze. Maroni ha sbagliato, ora Regione Lombardia restituisca i soldi ai lavoratori che hanno già versato questo ingiusto contributo e non faccia pagare quelli di altre province”, hanno sottolineato Luca Gaffuri e Alessandro Alfieri, consiglieri regionali del Pd.
Il viceministro, esprimendo il parere del Governo sull’atto in votazione, ha anche aggiunto che “dopo questo primo chiarimento pubblico, interverrà direttamente il Ministero della Salute su quella circolare per ribadire il concetto e sconfessare l’errata interpretazione delle Ats che i frontalieri, non partecipando alla fiscalità italiana, non potevano accedere al Sistema sanitario nazionale in modo gratuito. A questo punto Regione Lombardia e in particolare l’assessore alla Sanità, ovvero lo stesso presidente Maroni, dovranno rimediare all’errore, evitando, naturalmente, che si ripeta in altre province di confine”.