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Crisi RSI: l'animatore licenziato a dicembre ha ripreso a dare filo da torcere all'azienda - e non solo - sui social network. Il portavoce Ferrario: "Agiamo nelle sedi appropriate"
COMANO/ BESSO - Chi fermerà Cristian Bubola? È una situazione senza precedenti quella che coinvolge l'ex animatore di Rete Uno, licenziato dalla RSI qualche tempo fa. Bubola da allora si è lanciato in uno sfogo continuo sui social network. Con tanto di nomi e cognomi. Dopo qualche giorno di silenzio, il 40enne luganese ha ripreso la sua crociata via web contro la RSI.
Frasi al vetriolo - Insulti, retroscena, accuse più o meno velate contro ex colleghi e direzione, descrizioni di presunti episodi compromettenti, frasi pesanti che possono macchiare in maniera indelebile la reputazione di una persona. Ma non solo RSI, le frecciate non risparmiano diverse figure istituzionali del Ticino.
I post di Bubola stanno facendo discutere tutta la Svizzera italiana. E, al di là dei toni spesso aggressivi, sono in parecchi a chiedersi quanto ci sia di vero nelle sue parole, quali affermazioni siano frutto della sua disperazione e quali, invece, di situazioni effettivamente vissute.
Macchina del fango - Ma c'è un altro aspetto che emerge. La RSI appare impotente di fronte alle frecciate dell'ex collaboratore, arrivato pure al punto di stendersi per terra (con conseguente intervento della polizia) davanti all'entrata principale dello stabile di Comano. Nessuno, finora, sembra in grado di fermare la sua furia, una macchina del fango che da settimane sta tentando di ridicolizzare decine di impiegati televisivi e radiofonici.
Via dal Ticino - Da noi contattato su Facebook Bubola ha fatto sapere che il suo futuro potrebbe essere lontano dalla Svizzera italiana. "Probabilmente dal Ticino me ne andrò - spiega -. Non vedo alternative".
Dramma umano - Parole che fanno trasparire un altro lato della vicenda. Bubola, al di là di tutto, sta vivendo un dramma umano. Si sta mettendo in una situazione di isolamento. Michele Ferrario, portavoce della RSI, preferisce non sbilanciarsi. "La RSI non si esprime al riguardo", sottolinea.
Provvedimenti legali in vista - L'emittente, tuttavia, sembra determinata nel volere tutelare i propri dipendenti messi in cattiva luce sui social network. "La RSI agisce nelle sedi e nei modi appropriati", spiega Ferrario, smentendo una voce in circolazione da qualche giorno. "Non è vero che la RSI ha tentato di fare bloccare gli account di Facebook e di Twitter del signor Bubola".
