Schiamazzi a ripetizione al centro culturale. Michele Bertini, capo dicastero sicurezza: “La polizia è intervenuta decine di volte. Dobbiamo capire cosa ha trovato”
LUGANO - Decine di interventi per schiamazzi, urla, musica alta. Per la polizia di Lugano il centro Turba, in via Cattedrale 11, è un po’ come una seconda casa. Un luogo che dovrebbe essere adibito a spazio culturale, ma che, stando alle lamentele del vicinato, è ben altro: un bar, un posto per concerti, per feste rumorose. “Ora - fa notare Michele Bertini, capo dicastero sicurezza - dobbiamo capire che tipo di situazioni hanno trovato i nostri agenti. Se dovesse esserci effettivamente un abuso, potremmo anche revocare la licenza edilizia al Turba”.
Immobilismo - Il Municipio, vittima di uno strano immobilismo sulla questione, ha chiarito negli scorsi giorni che dal punto di vista procedurale tutto è stato fatto informando i confinanti, compresa la Diocesi proprietaria di diversi appartamenti. Il nodo da sciogliere però è un altro: perché nei locali del Turba, in cui si dovrebbero svolgere attività riflessive e silenziose accade tutt’altro? E perché tutta questa tolleranza verso un andazzo che, sempre secondo le persone che vivono nella zona, va avanti da oltre un anno? Quanto pesa in tutto ciò il fatto che il sindaco Marco Borradori sia, lui stesso, socio del club?
Borradori - Stefano Camponovo, legale di alcuni confinanti, Diocesi inclusa, di recente ha apertamente chiesto che i municipali coinvolti si astengano da qualsiasi nuova decisione in merito. L’allusione a Borradori, che stando all’ufficio giuridico cittadino, può invece votare sull’oggetto, è lampante.
Esasperazione - L’avvocato ribadisce la sua posizione. E va oltre. “Voglio vedere cosa capita se un giorno negli spazi del Turba dovesse verificarsi un incendio. Lì dentro entrano molte più persone di quelle che i locali consentirebbero. Il vero problema però sono gli schiamazzi. Sono state raccolte pure delle firme. E non penso che la polizia sia intervenuta così tante volte per nulla”.
Rapporto dettagliato - Bertini non si nasconde. “Che ci sia un disagio mi sembra ormai chiaro. Il problema c’è. Bisogna però capire in quali proporzioni sia dovuto magari all’intolleranza di alcuni vicini o, invece, alle responsabilità oggettive di chi gestisce il Turba. È un principio che vale sempre in questi casi. Soprattutto si tratterà di stabilire se i parametri dettati dalla licenza edilizia concessa più di un anno fa sono rispettati. Abbiamo dato mandato alla polizia di farci avere un rapporto nei dettagli nelle prossime settimane”.
La strana coincidenza - Infine, una nota curiosa. Tra i soci del centro ci sarebbe un ex collaboratore della RM buildings & architecture SA, la ditta di architettura finita nei guai qualche anno fa per avere truffato decine di clienti. L’uomo aveva importanti compiti di rappresentanza, gestiva i rapporti con la clientela. Insomma, da una situazione tutt’altro che limpida all’altra, il passo sembra essere stato breve. Nei confronti dell’ex collaboratore della RM, va specificato, non risultano comunque procedimenti penali aperti.