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CANTONEPagati 1500 franchi al mese, a due passi dalla Ssic

19.11.15 - 15:08
La denuncia di Unia: "Condizioni da brividi. La nostra è stata una lotta troppo lunga ed estenuante"
Pagati 1500 franchi al mese, a due passi dalla Ssic
La denuncia di Unia: "Condizioni da brividi. La nostra è stata una lotta troppo lunga ed estenuante"

BELLINZONA - "Una lotta troppo lunga ed estenuante contro il dumping". Il sindacato Unia titola così, sulla pagina denunciamoli.ch, il caso della BN Costruzioni che definisce "emblematico" dell’assenza di strumenti repressivi per combattere "chi pratica il dumping e lo sfruttamento della forza lavoro in Ticino", in questo caso nell’edilizia.

Il caso - L'azienda in questione, con sede a Romentino (NO), inizia la sua attività in Ticino facendo ricorso alla manodopera distaccata, ossia la facoltà data a un’impresa estera di occupare la sua manodopera in Svizzera per un’attività lucrativa di durata inferiore ai 90 giorni. "Riscontrate tutta una serie di irregolarità, spiega UNIA (che le ha peraltro a suo tempo segnalate), le autorità competenti negano all’azienda con sede nella provincia di Novara l’autorizzazione ad occupare manodopera sul suolo Ticinese".

Il problema si ripresenta - Problema risolto? No, secondo Unia che spiega come l’imprenditore a capo di questa operazione, Vincenzo Perretta, decida quindi di aprire la B.N. Costruzioni Generali – S.R.L., Romentino, succursale di Iragna, "allo scopo di aggirare i limiti imposti dalla Legge sui lavoratori distaccati e continuare a operare indisturbato".

Unia, tuttavia, non nasconde di sentire "puzza di bruciato", ed inizia così un "lungo lavoro di pressione e di costruzione di legami di fiducia con gli operai edili della ditta in questione".

Un lavoro che permette di scoprire come questi operai siano pagati 1’500 franchi al mese (il minimo salariale è di 4’433 franchi lordi). Con il sostegno del sindacato gli operai rifiutano quindi di continuare a lavorare a queste condizioni, chiedendo il rispetto del contratto collettivo dell’edilizia. La committenza viene obbligata a rescindere il contratto con l'azienda in questione e a garantire lei stessa l’impiego per tutte le maestranze alle condizioni di lavoro in vigore nell’edilizia.

Ancora una volta - Perretta, tuttavia, non si dà per vinto e apre la P.A. Lavori Generali SA, questa volta con l’ausilio di un prestanome: "suo genero Abitante Domenico", segnala Unia.

Le modalità sono praticamente le stesse: forza lavoro importata dall’Italia e "sottopagata, sfruttando la fame di lavoro che esiste nella Penisola". La nuova ditta è attiva a Bellinzona e oltre ai lavori edili svolge opere di gessatura, pittura e posa piastrelle, ovviamente senza essere autorizzata in nessuno di questi settori.

I funzionari del sindacato UNIA sono intervenuti oggi, coinvolgendo le autorità competenti per fermare l'ennesimo cantiere. Oltre ad una serie di irregolarità contrattuali, è emerso nuovamente che gli operai sono pagati fino a un massimo di 100 euro al giorno, rispetto ai circa 300 franchi di cui avrebbero diritto (non tutti, alcuni non ricevono infatti quel misero salario da 2 mesi).

Il cantiere, tra l'altro, viene definito "fatiscente". "Le condizioni - sottolinea il sindacato - farebbero rabbrividire chiunque, tranne la Società Svizzera Impresari Costruttori (SSIC) di Bellinzona". Il cantiere dista non più di 500 metri dalla sede della SSIC, in bella vista.

"La SSIC si decida" - Unia non nasconde la propria delusione a seguito di questa recidività continua e propome di "rafforzare il contratto nazionale mantello dell’edilizia e quello ticinese, in termini di diritti, di veri strumenti d’indagine e di sanzioni". Unia punta quindi il dito contro la SSIC Ticino: "Opera nel senso opposto, sostenendo la proposta della SSIC nazionale di rinnovare senza modifiche e per un solo anno il CNM! Invece di urlare slogan sulla situazione meravigliosa che si vive sui cantieri ticinesi, la SSIC dovrebbe decidere definitivamente quale strada intraprendere".

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