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BERNA / CANTONEAllarme Sms gonfiabolletta, in Svizzera è ancora allerta

12.10.15 - 17:29
Ci cascano ancora centinaia di persone ogni anno, meno grave la situazione in Ticino.
Ti Press
Allarme Sms gonfiabolletta, in Svizzera è ancora allerta
Ci cascano ancora centinaia di persone ogni anno, meno grave la situazione in Ticino.

LUGANO - Nell’era di WhatsApp, SnapChat e iMessage c’è ancora qualcuno che sa cosa siano gli Sms? A quanto pare sì e soprattutto lo sanno quelli che con i messaggini semi-truffaldini ci campano e quelli che, per colpa loro, finiscono per trovarsi alle prese con delle bollette tragicomiche.

L’allerta resta alta - Malgrado l’impero di smartphone e affini l’allarme-truffa via Sms, quindi, in Svizzera non è affatto rientrato. Ad affermarlo il quotidiano romando Le Matin che raccoglie la testimonianza di diversi lettori ingabolati con servizi ad abbonamento terribilmente esosi (5 fr. l’uno per resoconti mensili che sforano il centinaio) e quasi impossibili da disdire. Le vittime preferite, nemmeno a farlo apposta, giovani e giovanissimi che spesso e volentieri non sanno nemmeno cosa sia loro capitato.

Con le compagnie telefoniche è “una querelle infinita”. La conferma del fenomeno arriva anche dalle istituzioni: l’Ombudscom (l’ufficio di mediazione che si occupa di gestire le diatribe fra i clienti e le compagnie telefoniche, ndr.) denuncia 850 casi solo nel 2015 e, quelli che arrivano fino a loro, sono solo una minima parte.

Le cause poi sono delle belle gatte da pelare: «Proviamo sempre a mettere d’accordo le parti», spiega Coline Steullet-Scherrer di Ombudscom a Le Matin, «ma non è semplice, spesso è una querelle insanabile». Eppure l’80% delle volte si trova un accordo, «ma solo perché proponiamo ai clienti di rinunciare ad un rimborso totale».

A denunciare il problema degli Sms “gonfiabolletta” all’Ufficio federale della comunicazione (Ufcom) o alla Segreteria di stato dell’economia (Seco) spetterebbe proprio a Swisscom, Sunrise e Salt che però, per ora, non si sono mosse.

In calo i casi in Ticino - Secondo l’Acsi almeno da noi l’allarme sta un po’ rientrando e le segnalazioni sono in calo. I motivi, stando alla stessa associazione, sarebbero da ricercare nelle campagne di sensibilizzazione e nella consapevolezza dei consumatori che con il tempo sono diventati  più difficili da beffare.

Ma cosa bisogna fare se si casca nel tranello? L’Acsi a riguardo è categorica: bisogna recarsi con la bolletta alla propria compagnia telefonica e chiedere l’indirizzo della società erogatrice degli sms. Dopodiché inviare loro al più presto una raccomandata cartacea di annullamento.

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