LAVERTEZZO"Nella Verzasca si sottovalutano le forti correnti all'uscita dei pozzi"

LAVERTEZZO - “Un fiume bello quanto pericoloso”, così viene descritta la Verzasca, dove ieri un 26enne britannico ha perso la vita per annegamento. Un corso d’acqua che richiama infatti molti locali, ma anche tanti turisti. Le campagne di sensibilizzazione degli ultimi anni hanno avuto i loro effetti, ma è sempre meglio ricordare quanto sia importante prestare la massima attenzione.

“Purtroppo dopo un brutto incidenti tutti stanno più attenti, ma ci si scorda presto dei pericoli”, così ha commentato il presidente del Gruppo Sub Verzasca Nicola Sussigan. Proprio due volontari del gruppo sono stati i primi ad intervenire durante il tragico episodio di sabato. Purtroppo non c'è stato nulla da fare.

“Il gruppo è nato nel 1975 proprio in seguito ai numerosi incidenti e da diverso tempo abbiamo un picchetto nei fine settimana estivi, collaboriamo con la Commissione cantonale fiumi ticinesi sicuri che pattugliano giornalmente il fiume. Registriamo indicativamente due o tre interventi all’anno, ma era da tre anni che non accadeva qualcosa di così grave”.

Le richieste di aiuto sono imputabili per lo più al pericolo più grande: le forti correnti. “Spesso si ignora la potenza dell'acqua all’uscita dei pozzi, nonostante vi siano numerose segnalazioni. Anche dove è annegato ieri il ragazzo britannico era presente un cartello ben visibile. Molti riportano anche un teschio. Sono stati investiti 15mila franchi per la segnaletica”.

L’attenzione deve essere massima nei fiumi e nei laghi. La Polizia Lacuale ha spiegato che in Ticino lo scorso anno sono stati effettuati oltre 150 interventi. I casi più gravi - tre rispetto al solo episodio del 2013 - hanno registrato l’annegamento della vittima. Qui le norme da seguire.