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CANTONE"Riceviamo tante richieste di aiuto. Sperano che in Ticino sia più facile"

04.07.15 - 13:38
La Comunità Ellenica del Canton Ticino sta seguendo con particolare interesse la crisi greca in attesa del referendum
"Riceviamo tante richieste di aiuto. Sperano che in Ticino sia più facile"
La Comunità Ellenica del Canton Ticino sta seguendo con particolare interesse la crisi greca in attesa del referendum

LUGANO - “In Ticino ci sono circa 500 greci e durante gli ultimi anni il numero è costantemente aumentato in seguito alla crisi”. Lo spiega Aris Sotiropoulos, presidente della Comunità Ellenica del Canton Ticino.

L’aiuto dal Ticino - “Umanamente è stato molto difficile per tutti - ha spiegato il presidente, in Ticino dal 2004, docente di greco moderno in diverse scuole - abbiamo ricevuto tantissime richieste di aiuto dalla Grecia. Persone che cercano lavoro e sperano che in Svizzera la situazione sia più facile anche senza parlare la lingua o avere qualche parente qui. Come comunità ellenica in Ticino abbiamo attivato, con grande successo, diverse iniziative per aiutare, come feste di solidarietà per inviare qualche aiuto finanziario soprattutto ai bambini in Grecia dopo i tantissimi casi di malnutrizione nelle scuole, risultato della politica degli ultimi anni. Fortunatamente i filelleni svizzeri sono tanti e abbiamo potuto aiutare in modo sostanziale i nostri compatrioti che si trovano in difficoltà”.

I famigliari in Grecia - Diversi greci che vivono in Ticino raccontano l’esperienza dei famigliari rimasti in patri, raccontano che la situazione non è tragica come mostrano i media, ma le difficoltà aumentano di giorno in giorno. “Quello che più porta rabbia è l’incertezza - ha continuato Liliana Plevrakis, segretaria generale della Comunità da 15 anni in Ticino e oggi impiegata di banca - sono stata una settimana fa ad Atene da mio fratello e la sensazione di disagio è tangibile. Non si sa come finirà questo periodo”.

“Quello che sta accadendo in Grecia è una tragicommedia”, così si è espresso Stavros Rantas, ex presidente della Comunità tornato da poco dal suo paese d’origine. La situazione non è evidentemente semplice, ma il dottore ticinese d’adozione abbassa i toni allarmistici: “Non ci sono ancora problemi di fame, anche i medicinali più importanti sono a disposizione. Sono solo state chiuse le banche per evitare che venga esaurita la liquidità”.

Se ne vanno i giovani - “I laureati greci, ben 300mila, sono fuggiti all’estero per trovare lavoro, e qualcuno è venuto anche in Svizzera”, tiene a sottolineare Rantas. Anche Alex Fontana, pilota ticinese di mamma greca ha confermato che sono i giovani ad andarsene: “I miei parenti sono a Rodi, sulle isole si sente meno la tensione, ma la crisi c’è da ancora prima, i miei cugini hanno studiato all’estero e non tornano. Basta dire che un cugino che è dovuto rientrare per svolgere il servizio militare prende 9 euro al mese… Gli zii e i nonni, invece, non abbandonano la loro casa, avrebbero anche difficoltà ad adattarsi a nuove realtà”.

Il Ticino è un’opportunità - “Mi sono laureata in Economia e sapevo che in Grecia difficilmente avrei trovato lavoro, avevo un impiego part time. Mi è stato proposto di venire in Ticino come allenatrice di nuoto sincronizzato e ho colto l'opportunità”, questa è la scelta di Despina Solomou, da soli 10 mesi nel nostro Cantone. “Mi sono integrata molto bene, lavoro alla Lugano nuoto come contabile e come allenatrice. In Grecia è rimasta la mia famiglia, la situazione non è grave come viene raccontato, ma è difficile. Proprio una settimana fa un amico mi ha chiesto aiuto per trovare lavoro come allenatore di pallanuoto qui da noi”.

La figura di Tsipras - “La Troika vuole far fuori Tsipras - ha continuato Rantas - l’unica persona che ha avuto il coraggio di dire no ai creditori che, al contrario, vogliono trattare con qualcuno che svenda la Grecia al miglior offerente. La Grecia riceve proposte irrealizzabili, è come curare un malato con i medicinali sbagliati e il debito è aumentato. I greci vogliono proposte fattibili”. “Il referendum è l’ultima mossa - ha aggiunto Liliana Plevrakis - va considerato un grande strumento di democrazia indipendentemente da ciò che uno voterebbe o voterà”.

“Il popolo non può sopravvivere e la politica di austerità non ha portato i risultati che si aspettava l'Europa", ha concluso il presidente Sotiropoulos. "Il nuovo governo greco e il primo ministro Tsipras per la maggior parte del popolo rappresenta la voglia di cambiare un sistema che non funziona. I greci vogliono sempre far parte dell'Europa, ma le proposte dell'Eurogroup non aiutano lo sviluppo e portano sempre nuovi debiti anche dopo i tantissimi sacrifici dei greci durante gli ultimi anni. Il referendum di domani non è "sì o no all'Europa" ma "sì o no alle proposte dell'Eurogroup che vuole continuare una politica che invece di aiutare, porta sempre nuovi problemi. Noi, come greci all'estero, diciamo sì all'Europa, si alla democrazia, sì alle misure che portano sviluppo che aiuterà al pagamento del debito greco, ma no alla vendita del nostro paese, no alla politica di austerità senza risultati, no all'Europa di due livelli che vuole alcuni paesi sempre in debito e senza gli stessi diritti”.

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